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mercoledì 19 luglio 2017

Hrafntinnusker - Álftavatn (12 km)

19 luglio (seconda parte)



Alle 14.10 eravamo ancora quasi tutti nel deposito scarponi del rifugio. Nessuno aveva voglia di tornate fuori al freddo ma sapevamo che non saremmo potuti stare lí tutto il tempo. Abbiamo deciso che alle 14.30 saremmo partiti. Ci siamo rivestiti, abbiamo superato un momento di panico quando sembrava sparito un guanto del papà e siamo usciti. Fuori c'era ancora la bufera, non era cambiato nulla! 
I primi 5 km erano in quota, a circa 1000 m, tra discese e salite, in mezzo ai nevai. Non vedevo l'ora di abbassarmi nella speranza che almeno il vento smettesse di soffiare cosí forte.
Anche la discesa non è stata facile, ma ripida e scivolosa. Ad ogni passo si rischiava di finire per terra. Siamo arrivati a 600 metri e le condizioni atmosferiche sembravano migliorare. Le nuvole sono rimaste in alto; la pioggia, che non ci ha mai abbandonato, era meno forte e ogni tanto il vento dava qualche istante di tregua. Anche la nostra tensione si è sciolta, lasciandoci stanchi e spossati nell'affrontare gli ultimi chilometri. Volevamo arrivare alla fine il prima possibile e non si arrivava mai. Abbiamo ricominciato a parlare, a sdrammatizzare sull'esperienza vissuta, a chiederci se avremmo avuto bisogno di una giornata di riposo... il peggio era passato.

Siamo arrivati ad Álftavatn verso le 17.30 in condizioni pietose. Abbiamo chiesto se c'erano due posti per dormire all'interno, rinunciando per una notte alla tenda e siamo stati sistemati nel dormitorio piccolo. C'era già un gruppo di 20 italiani che, saggiamente, aveva rinunciato alla tappa  e aveva raggiunto Álftavatn in pullman. Appena siamo entrati, vedendoci distrutti, sono accorsi tutti, chi a toglierci lo zaino e i vestiti bagnati (le nostre mani erano completamente raggrinzite per l'acqua presa), chi a prepararci il the per riscaldarci, chi a chiederci cosa ci fosse capitato. 

La giornata si è conclusa con una gustosa cena calda al ristorante del rifugio.

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