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lunedì 9 luglio 2018

Kópasker

6-7 luglio



Due giorni ad attendere e pensare a come portare avanti l’avventrura islandese sono stati difficili. Kópasker è un piccolo paese sulla costa di circa 120 abitanti. I cinque luoghi significativi che ho imparato a conoscere sono:

- Il Kópaker HI Hostel, in due edifici. Per quasi due giorni sono stato l’unico abitante.

- The Earthquake Center, il museo di fronte all’ostello, che racconta e spiega il terremoto di 6,3 gradi della scala Richter, avvenuto il 13 gennaio 1976 con gravi danni all’intero paese. Non l’ho visitato. 

- Il supermercato: unico “ristorante” del paese e luogo d’incontro. Lì ho passato i pomeriggi a guardare le partite del Mondiale di calcio sorseggiando litri di caffè.

- La costa con il faro. Le guide dicevano che era possibile vedere le foche che si riposavano sugli scogli. Io ne ho vista solo una, morta, sulla spiaggia. Per il resto tante, tante sterne artiche che punteggiavano di bianco il litorale nero. Sul sentiero che costeggiava il mare era installata un’insolita mostra con tutti i rifiuti ritrovati a riva.



- La chiesa, un paio di chilometri fuori dal centro, circondata da laghetti e campi, nei quali spiccavano per originalità i “famosi” spaventapasseri di Kópasker. 



Al termine di questi due giorni cosa ho pensato di fare? Ho deciso di chiudere il tentativo di attraversare l’Islanda a piedi. Cercheró di raggiungere Ásbyrgi a piedi e da lì mi trasferiró ad Akureyri per 5 giorni, dopo di che Reykjavik fino al rientro. 

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