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mercoledì 11 luglio 2018

La storia del cristianesimo in Islanda nelle vetrate della Akureyrarkirkja



La Akureyrarkirkja domina dall’alto la cittá di Akureyri, con il suo inconfondibile stile basaltico nazionale islandese. Ammirandola dall’interno è possibile conoscere la storia del cristianesimo dell’Islanda attraverso le tappe fondamentali, che segnano ancora la vita, gli usi e le tradizioni dell’intero paese.

IX sec. d.C. I primi coloni 



Questa prima vetrata, come del resto l’ultima, riguarda la storia particolare di Akureyri e dell’Eyjafjörður. Nel IX. Il norvegese Helgi “Magri” Eyvindarson e la moglie Þórunn "Hyrna" Ketilsdóttir si insediarono a Kristnes.

981-986 d.C. I primi missionari in Islanda.



Þorvaldur Viðförli, originario dell’Islanda  ma trasferitosi in Germania, vuole tornare nel suo paese natale con il vescovo Federico di Sassonia per convertire e battezzare i suoi compaesani. Nella vetrata lo vediamo predicare il vangelo.

1000 d.C. Il parlamento islandese decide la conversione al cristianesimo.



Sembrava possibile una guerra civile tra coloro che veneravano gli dei tradizionali e i cristiani, questi ultimi sostenuti anche dalla corona norvegese. L’assemblea Alþingi incarica Þorgeir Ljósvetningagoði Þorkelsson, capotribù pagano, di mediare. La decisione fu che tutta l’Islanda si convertisse al cristianesimo, con la possibilità di venerare in privato gli antichi dei. Nella vetrata Þorgeir getta la statua di Odino nelle cascate di Goðafoss.

1056 d.C. Fondazione della diocesi di Skálholt.



Fu la prima diocesi d’Islanda, eretta nella tenuta di famiglia del primo vescovo Ísleifur Gissurarson. Insieme alla diocesi fu istituita la prima scuola ufficiale d’Islanda per istruire i chierici. Nella vetrata la cattedrale di Skálholt.

1106 d.C. Jón Ögmundsson fonda la diocesi di Hólar



Dopo aver studiato a Skálholt, Jón Ögmundsson erige la seconda antica diocesi d’Islanda. Il santo vescovo è ricordato per la sua lotta contro il paganesimo e per aver introdotto i nomi dei giorni della settimana come ancora oggi vengono usati sull’isola.

1133 d.C. I monasteri e la cultura islandese. 



Furono sette i monasteri benedettini in Islanda. Ricordiamo il primo: Þingeyraklaustur, istiuito nel 1133 nel nord dell’Islanda. In questo monastero vennero create e trascritte le grandi saghe islandesi. 

La riforma protestante.



Su questa vetrata sono rappresentate due scene.
Sopra. Oddur Gottskálksson, ritornato in patria dopo aver studiato in Norvegia e in Germania e avendo conosciuto la dottrina predicata da Maritin Lutero, tra il 1534 e il 1535 traduce il Nuovo Testamento in lingua islandese in una stalla a Skálholt
Sotto. Jón Arason vescovo di Hólar, ultimo vescovo cattolico di Islanda, incoraggiato dal papa, non vuole cedere all’ordinanza del re di Danimarca che imponeva il luteranesimo come religione di stato. Nell’autunno 1550 fu catturato insieme si suoi due figli e fu decapitato a Skálhol.

1541-1627 d.C. Guðbrandur Þorláksson



Pastore luterano di Hólar. A lui si deve la prima traduzione completa in islandese dell’intera bibbia. Sulla vetrata la copertina della stampa del 1584. 

1614-1674 d.C. Hallgrímur Pétursson



Pastore luterano e uno dei più famosi poeti dell’Islanda. I suoi “Salmi sulla passione” hanno accompagnato e formato la spiritualità del popolo per secoli e ancora oggi, in quaresima, la radio ne trasmette uno a sera. A lui è dedicata la 
Hallgrímskirkja, la cattedrale di Reykjavik.

1835-1920 d.C. Matthías Jochumsson



Pastore luterano e poeta. Nel 1874, in occasione della ricorrenza dei 1000 anni dall’insediamento del parlamento islandese, compose il testo dell’inno Ó Guð vors lands: una preghiera che riprende il Sal 90, diventata poi l’inno nazionale islandese. 

17 novembre 1940. Dedicazione della Chiesa di Akureyri





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