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martedì 16 luglio 2013

Estella - Los Arcos


15 luglio

Stamattina la sveglia era puntata per le 6:00 ma il nostro vicino di letto, quando si è svegliato verso le 5:00, ha fatto cosí rumore che mi sono svegliato anche io.

Oggi tappa facile di 21 km e tempo bellissimo.
Pochi chilometri dopo la partenza abbiamo incontrato due svedesi, che ci hanno fatto compagnia fino a destinazione. Parlavano inglese (e svedese, ovviamente) e per me è stato molto complicato parlare. 

Alle 7.10 siamo passati dalla fuente del vino di Irache: è stato particolare bere un sorso di vino rosso dal rubinetto!
Abbiamo fatto la prima pausa ad Azqueta e la seconda a Villamayor de Monjardín, prima di percorrere gli ultimi 12km di solitudine tra campi di grano sotto il sole cocente.

A Villamayor ho visitato la Chiesa romanica: vuota, buia, fresca, con la luce accecante che proveniva solo da una finestra sottile in fondo. Appena entrato non vedevo nulla. Quando gli occhi si sono abituati ho potuto gustare la bellezza della semplicità e dei giochi di luce di quel luogo. È quello che ho vissuto in questa giornata: l'eccitazione accecante dell'inizio e quella di Pamplona sono sfumate. Ora mi trovo davanti la semplicità di tanti giorni uguali, mi trovo davanti a me stesso, pronto a gustare le profondità del mio cuore.

L'ultimo tratto non finiva più. Non è stato particolarmente faticoso ma era tutto uguale. Ho camminato un po' da solo, poi ho incontrato altri italiani, un'americana dell'Alaska.... abbiamo condiviso tutti insieme la sosta su una panchina all'ombra.

Alla fine per le 13.00 siamo arrivati a Los Arcos, al rifugio municipale. Mentre mi riposavo sul letto ho ascoltato i racconti degli altri pellegrini nella camerata: è proprio vero che nessuno intraprende un cammino come questo senza un motivo!

Con alcuni italiani ho fatto un giro in centro: cioè ci siamo seduti al primo bar a mangiare qualcosa e a chiacchierare del cammino e delle nostre vite.



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