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venerdì 23 agosto 2013

Marinha - Póvoa de Varzim

23 agosto

Sono partito alle 8.30 per Vila do Conde. Sono sceso sul lungomare di Esposende, ho attraversato il fiume Cavado, sono arrivato ad Apulia e ne ho percorso il magnifico litorale, come al solito mi sono perso in mezzo ai campi e alla fine con molta pazienza, sotto il sole, alle 14.00 sono arrivato al Centro Salúe di Agucadoura.

Eh si, avevo sottovalutato l'eritema comparso ieri sulla gamba destra e questa mattina è peggiorato. Ho fatto l'accettazione, ho atteso il mio turno e alle 15.00 l'infermiere, dopo aver dato un'occhiata alla gamba, mi ha detto che dovevo aspettare alle 18.00 l'arrivo del medico. Ci siamo intesi utilizzando il google-traduttore. 

La cosa che temo di più non sono tanto i 10 chilometri che ancora mi mancano per arrivare a Vila do Conde, quanto il pericolo di non trovare alloggio dai Bombeiros perché faccio tardi. 
Mentre sto aspettando, passeggio sulla spiaggia Bandiera Blu, contemplando l'Oceano e il volo dei gabbiani nel forte vento.

ore 20.30
Sono seduto fuori l'albergue de S. José de Ribamar in Povoa de Varzim e sto aspettando l'hospitalero. Meglio non rischiare di andare avanti ancora 4 chilometri fino a Vila do Conde, visto l'orario. 

La dottoressa ha diagnosticato una reazione allergica dovuta al sole e mi ha fatto fare una flebo di cortisone. 
Uscito dal Centro Salúe alle 19.00, ho trovato il tempo cambiato: c'era nebbia, freddo e il solito forte vento, la sabbia volava da tutte le parti. Aria di tempesta. Nell'aria solo la musica dei locali vuoti e i versi dei gabbiani. 
Per tirarmi su il morale ho mangiato un mega dolce alla crema e al cioccolato, di quelli che si trovano solo qui in Portogallo. Proseguendo mi sono fermato a parlare con un matto; ho fatto un lungo pezzo di cammino con Josè, che ci teneva tanto a mostrarmi la strada e a chiacchierare del più e del meno.
Quando sono arrivato a destinazione, dopo aver chiesto mille volte dove fosse l'albergue, ho trovato chiuso. Quasi senza speranze ho chiamato il numero scritto sulla porta e... incredibile ma vero, ora stanno arrivando ad aprirmi!

Non so ancora se domani andró a Porto a piedi o in pullman... Da qui sono una trentina di chilometri e in serata vorrei essere a Lugo per ripartire, domenica, di nuovo, alla volta di Santiago, sul cammino primitivo. Non ho voglia di fare le cose di corsa: camminare richede calma, tempo e anche la capacità di fermarsi a guardare, parlare e riposare. La città di Porto merita, dicono, più di una veloce occhiata... e anche Lugo. Verdremo cosa mi suggerisce la notte.

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