Ancora buio e freddo. Colazione e passeggiata a godermi per l'ultima volta l'alba incantata del Nord.
Alle 12.00 sono salito sul treno, che mi avrebbe portato a sud. Una nuova avventura, in 18 ore sarei arrivato a Oslo, un viaggio interminabile.
Fin verso le 15.00, guardando fuori dal finestrino, si vedeva il paesaggio innevato. Quando ormai la luce stava per cedere il posto alla notte, abbiamo attraversto il Circolo Polare Artico: un univo colore, in cielo e in terra, a deserta e a sinistra.
E poi il buio.
Da fuori l'attenzione si è spostata all'interno. Osservavo la vita nel treno: chi saliva e chi scendeva, chi guardava un film, chi faceva la maglia, chi mangiava e chi dormiva, chi ascoltava la musica. Io leggevo, pensavo, scrivevo.
Più si scendeva verso Sud, più la temperatura saliva, la neve si scioglieca e la notte era più chiara. Ci stavamo avvicinando a Trondheim.
Ore 22.20: arrivo in stazione. Un'ora alla partenza dell'altro treno. Il cartello segnaletico che indicava la cattedrale a 1,5 km era un richiamo troppo forte. Ho iniziato a correre lungo le strade avevo percorso tre mesi fa. La vista di luoghi conosciuti mi riempiva il cuore. Finalmente girando in una via buia e deserta mi sono trovato davanti la facciata di Nidarosholmen. Una preghiera commossa e ancora di corsa verso la stazione centrale. Alle 23.10 salivo sul treno per gli ultimi 450 km.
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