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sabato 23 agosto 2014

Kungsleden (... dopo averlo percorso)


23 agosto

In questo giorno di passaggio tra l'essere "hiker" e l'essere "turista" vorrei sintetizzare  alcuni punti dell'esperienza del Kungsleden.


1. LAPPONIA o CIRCOLO POLARE ARTICO. 


Solo questi due riferimenti spaziali contribuiscono a rendere il Kungsleden qualcosa di leggendario. E i Sami e le renne; la tundra, i muschi e i licheni; le foreste di betulle e quelle di conifere; il grande gelo invernale, immaginato vedendone i segni.. prima erano tutte cose conosciute solo attraverso film o libri di geografia.
Non ero mai stato così a Nord, dove anche i ritmi di luce e tenebre ricordano che ci si trova in luoghi "diversi". 

2. INTO THE WILD.



Il cammino si dispiega in luoghi incontaminati, dove la presenza dell'uomo è pressochè assente. È una sensazione straordinaria quella di passare nella natura selvaggia in punta di piedi, con umiltà, chiedendo quasi il permesso per poter entrare in una casa che non è la "nostra". E camminare sentendo la presenza di orsi, alci, wolverine, zanzare, lemmings, linci, volpi, scioattoli... E godere dei suoni e dei silenzi, delle luci e delle ombre, dei panorami: regali esclusivi capaci ogni volta di meravigliare e di riempire il cuore di gratitudine.

3. NIENTE COMODITÀ E SERVIZI.



Per la maggior parte dei giorni gli unici comfort sono stati la tenda, qualche snack per i pasti ed indumenti caldi e asciutti per la notte. Se andava bene potevo lavarmi nell'acqua gelata del fiume o del lago, se andava male neanche quello; più  volte ho dovuto scegliere se indossare i vestiti umidi (fradici) o quelli sporchi; soprattutto quando pioveva, i servizi igienici, piuttosto elementari ma al coperto, erano una grande benedizione. 

4. NIENTE CORRENTE ELETTRICA, NIENTE RETE MOBILE, NIENTE INTERNET. 



Ho dovuto razionare l'uso dell'iphone perchè potesse permettermi di pregare e di fare foto per 4 o 5 giorni senza scaricarsi. Non potevo sapere l'ora, ero isolato dal resto del mondo, non potevo chiamare nessuno nemmeno se avessi avuto bisogno, non potevo far sapere a nessuno come stavo, non potevo occupare le lunghe ore giocando a Candy Crash, non potevo aggiornare il blog quotidianamente... 
Nonostante la fatica dei primi giorni, queste mancanze hanno reso la mia vita  più essenziale ma non per questo meno interessante. 

5. SVENSKA TURISTFÖRENINGEN. 



Sul Kungsleden ci sono rifugi organizzati, semplici ripari, simpatia, generosità e accoglienza. Grazie a chi per passione o per impiego, con competenza, rende accessibile l'inaccessibile in modo così straordinario.

6. INCONTRI.



Sul Cammino di Santiago me lo aspettavo, qui no. Eppure anche sul Kungsleden l'incontro con l'altro non è mai solo uno sfiorarsi ma diventa in fretta familiaritá, caldo abbraccio e condivisione. Così è stato con Joshua, Chris, Saskia, Marcello, la coppia di tedeschi, il ragazzo olandese, il padre e il figlio svedesi, la famiglia tedesca...

7. CAMMINARE (e REMARE).



"The best way to kmow a place is to walk it." (S. Szapsi)

"Camminare è la migliore medicina dell'uomo." (Ippocrate)

Sono sempre più convinto che camminare sia il modo migliore di viaggiare. È bello perchè si conoscono luoghi e culture nuove; è utile per conoscere se stessi in modo profondo; è nuovo perchè siamo così abituati a correre che non sappiamo più nemmeno cosa significhi andare a passo d'uomo. Provare per credere!



venerdì 22 agosto 2014

Viterskallsstugan - Hemavan

22 agosto

Questa notte, oltre ai consueti dolori, ho patito un freddo incredibile. Complice il vento che per tutto il tempo ha soffiato nella valle, pur essendo completamente coperto dal sacco a pelo, continuavo a svegliarmi con i brividi.

Questa mattina mi sono svegliato presto, ho guardato il cielo e la cima del Norra Sytertoppen non si vedeva, era completamente avvolta nelle nubi. Iniziava la giornata in cui avrei concluso il Kungsleden!

Alle 7:40 stavo già camminando. Sono passato veloce dal Viterskallstugan, ho proseguito seguendo il fiume Syterskalet prima e aggirando il Södra Sytertoppen poi. Dall'alto si cominciava a vedere la valle di Hemavan e i picchi delle montagne norvegesi sullo sfondo.
Ho attraversato la zona degli infiniti impianti di risalita, sono passato sotto ai cavi elettrici... ho incontrato qulalcuno con i vestiti belli puliti e le scarpe nuove impegnato in un'escursione in giornata... ho visto le ultime renne scappare al mio passaggio... e finalmente sono giunto al traguardo: "Wälkommen till HEMAVAN".

Ero arrivato! Che soddisfazione! Dal 26 luglio ho percorso a piedi circa 478 km (+12) sui monti e per le foreste della Lapponia. Sinceramente, quando sono partito non speravo di riuscire a farcela: mi ero preparato per un mese in Israele con temperature di 40 gradi e invece mi sono trovato sopra il Circolo
Polare Artico; non ero equipaggiato in maniera adeguata; avevo organizzato tutto in pochi giorni senza sapere cosa effettivamente avrei trovato sul cammino svedese... e alla fine sono a Hemavan, dopo aver percorso tutto il leggendario Kungsleden!

Ho preso una camera nell'ostello della STF sulla E12. Devo stare qui fino a domenica alle 17:00, quando prenderó il pullman che in 15 ore mi porterà a Stoccolma. Mi attende una lunga settimana nella capitale della Svezia: devo studiare qualcosa di interessante da fare. Ho solo l'imbarazzo della scelta tra le tante opportunità offerte dalla città.

Ma prima di pensare a settimana prossima mi devo dedicare a far ritornare in una condizione almeno decente l'intero guardaroba.



giovedì 21 agosto 2014

Tärnasjöstugan - Viterskalsstugan


21 agosto

Che fatica a dormire stanotte! Nonostante il terreno fosse morbido, le mie anche sono diventate insofferenti. È brutto svegliarsi continuamente con forti dolori alle articolazioni!

Al mattino il tempo non era buono: non pioveva ma il cielo era completamente coperto. La tenda era tutta bagnata e le scarpe pure. Che nausea sentire i piedi freddi e bagnati prima ancora di partire!

Alle 8:00 già camminavo. La prima parte, abbastanza in piano, seguiva la riva del lago Tärnasjön, in una foresta di betulle. C'erano tante passerelle: la zona era paludosa.
L'unica cosa degna di nota prima di raggiungere l'arcipelago di isolette a sud del lago è la colazione. Mi soni fermato una buona mezz'ora a riempire la gavetta di camemori. Sicuramente una colazione squisita e nutriente.
Subito dopo ho attraversato il lago passando attraverso un arcipelago di isolette collegate da sette ponti.
Quando sono arrivato dall'altra parte è iniziata la salita per raggiungere il Syterstugan. Mentre salivo, davanti a me ha fatto la sua comparsa il Norra Sytertoppen, con le due cime coprete dalle nubi e l'imponente ghiacciaio in vista.
Alle 12:00 ero arrivato al Syterstugan. Mi sono fermato a mangiare qualcosa e la rifugista, sorridendo del mio fastidio per il brutto tempo, mi ha spiegato che l'estate è stata eccezionalmente calda e che, finalmente, era arrivata la pioggia. 

Sono ripartito per l'ultima vera salita del Kungsleden, quella al Sjul-Olsaxelin. Ormai c'è aria di fine: gli ultimi giorni, gli ultimi chilolmetri, l'ultima salita...
Pensavo a queste cose quando, arrivato in cima, il panorama è diventato straordinario: dietro di me, immerso nella foresta, il lago con l'arcipelago attraversato in mattinata; a destra il Norra Sytertoppen e davanti il Södra Sytertoppen. Ancora meglio quando si è aperta davanti ai miei occhi la valle del Syterskalet e le nubi si sono alzate. Il Kungsleden mi stava regalando un'ultima perla di rara bellezza. 
Il sentiero piano piano è sceso nella valle: ho passato le tre cime del Södra Sytertoppen, attraversando i ruscelli firmati dalle cascate che scendevano dai ghiacciai; ho sentito le urla inquietanti dei rapaci... 

Mi sono fermato sulla sponda sinistra del fiume Syterskaler. Da qui si vede il Viterskallstugan poco più avanti. Mentre favevo la tenda le nubi stavano scendendo a coprire di nuovo le cime.

Ho studiato la cartina per imboccare nel modo corretto il sentiero per la cima del Norra Sytertoppen, se domani mattina dovesse esserci bel tempo. Probabilmente arriverà ancora la pioggia. Penso che quella che mi appresto a vivere sia l'ultima notte sul Kungsleden. 11km mi separano da Hemavan. Nonostante la voglia di arrivare, in me c'è la malinconia di chi sta salutando i luoghi sevaggi che in questo mese mi hanno tenuto compagnia e che mi hanno regalato tanti momenti importanti.


mercoledì 20 agosto 2014

Servestugan - Tärnasjöstugan


20 agosto

Ancora pioggia e fango per i 14 km di oggi.
Alle 7:30 stavo già preparando lo zaino e alle 8:00 ero pronto a uscire dalla tenda per smontarla e poi partire... ma ha iniziato a piovere. Ho aspettato che smettesse, poi velocemente ho disfato la tenda e mi sono messo in marcia.
Da subito avevo i piedi bagnati: il fiume guadato male, il fango, le foglie umide delle piante... oltre all'acqua della pioggia.

La prima parte è stata in salita. Mi sono fermato ad osservare un'aquila, che volava bassa sopra di me, e un branco di renne che scappava al mio arrivo. 
Ormai non mi interessa più tanto il panorama: non vedo l'ora di finire e di arrivare a Hemavan, soprattutto con questo tempo. Sono particolarmente giú di morale: è faticoso camminare sotto l'acqua, anche facendo tappe brevi.
Alle 12:30 sono arrivato al lago Tärnajön, dove, vicino al rifugio, ho piantato la tenda. 
Ho fatto in tempo a sciacquare le calze e ha ricominciato a piovere. Ma basta! Devo ancora pulire i pantaloni e almeno lavare i piedi, che sono coperti di fango. 

Sono arrivati i due tedeschi dell'Aigerststugan. Ci siamo salutati e abbracciati come vecchi amici. In questi giorno ci voleva un po' di calore umano.

Studiando la mappa, ho deciso cosa fare nei prossimi giorni. Domani penso di raddoppiare la tappa e di accamparmi prima di arrivare al Viterskalsstugan. Se poi venerdì c'è bel tempo, saliró in vetta al Norra Sytertroppen (1767 m) e il giorno dopo raggiungeró Hemavan; se invece venerdì è brutto, chiuderó direttamente il Kungsleden con gli ultimi 11/12 km

martedì 19 agosto 2014

Aigerststugan - Servestugan


19 agosto

Dopo aver salutato il rifugista e i tedeschi, alle 8:00 sono partito. Le scarpe erano ancora fradice. C'erano 9 gradi ma almeno non pioveva, anche se il cielo era coperto. 
Lungo il cammino di oggi ho toccato i punto più alti di quest'ultimo tratto del Kungsleden: il passo dell'Uhta-Áigart (circa 1050 m) e il Juovvatjåhkka (1099 m). Mentre salivo ero inseguito da una nube bianca e densa, che pian piano faceva sparire l'Aigerststugan, il sentiero e i monti che avevo appena passato. In cima il sentiero era un fiume: impossibile non bagnarsi i piedi. A 9 km dall'arrivo, mentre osservavo un branco di renne sulla sinistra, la nuvola mi ha raggiunto facendo un violento scroscio d'acqua di mezz'ora. 
Da lontano vedevo un piccolo rifugio: pensavo di fermarmi lì per pranzo... ma il sentiero ha virato bruscamente a sinistra allontanando ancora di più l'agognato ristoro. Meno male che stava smettendo di piovere.
Appena superato il Juovvatjåhkka, il panorama si è aperto. A sinistra c'erano ancora grossi nuvoloni neri che coprivano tutto ma a destra, illuminata dal sole, si vedeva tutta la vallata e le cime dei monti più bassi, e le sagome delle vette più lontane dal profilo appuntito e ricoprerte di ghiacciai. Mi si è aperto il cuore. Sono sceso più sereno verso la meta, addentrandomi nella foresta di betulle, fermandomi a mangiare mirtilli rossi e ribes rossi, ammirando le maestose cascate sul fiume Servvejuhka. In breve sono arrivato al Servestugan: 19 km. 
Non c'era il rifugista per sapere dove potevo piantare la tenda. Ho atteso mangiando qualcosa e poi mi sono convinto a ripartire: la giornata era diventata e bella e i 14 km per raggiungere il Tärnasjöstugan alla finr erano fattibili. 
Mi sono rimesso in marcia ma dopo poche centinaia di metri mi sono lasciato tentate da uno spiazzo di terreno solido quasi in piano vicino al fiume. Mi sono fermato e ho montato la tenda. 

Ormai mancano 51 km a Hemavan, le prossime tappe sono brevi (14, 14, 12, 11). Anche se adesso ha ripreso a piovigginare, quella di oggi è stata una bella giornata. 
Bello anche ritornare in tenda: mi erano mancati i ritmi a cui mi sono abituato.

lunedì 18 agosto 2014

Ammarnäs - Aigerststugan


18 agosto

Che bello dormire sopra un letto dopo quasi un mese! Ho dormito proprio bene ad Ammarnäs. Questa mattina sono uscito dall'ostello a mezzogiorno, solo per raggiungere il ristorante. Me la sono presa proprio comoda. 
Come da previsioni, pioveva.

Dopo pranzo sono partito. Fino all'Aigerststugan erano solo 8 km, potevo farcela. Piovigginava appena. Dopo aver lasciato la strada sterrata, il Kungsleden ha iniziato ad arrimpicarsi sul Ruovdatje in mezzo alla foresta. Pur non essendo particolarmente ripida, se non in alcuni brevi tratti, la salita non finiva più. Ho incrociato il fiume Stagerbäcken con le sue piccole cascate e il fiume Ruovdatjiuhka che si buttava sotto il ponte con un salto di 10 metri. E intanto pioveva sempre più forte. Sono arrivato al rifugio senza fermarmi nemmeno una volta: ormai faccio 8 km tranquillamente, anche con le gambe stanche.

Per 330 SEK ho preso un letto nel rifugio: lascio riposare la tenda ancora una notte. Oltre al rifugista c'è una coppia di tedeschi, che peró dormono in un altra stanza. Fuori diluvia e le nubi sono basse. Meno male che sono riuscito a lavare le calze nel lago quando sembrava che stesse per smettere! Adesso anche fare i 100 metri per raggiungere il WC è un impresa da stivali e k-way. 

Più tardi.
Che pomeriggio lungo! Fuori freddo, vento e pioggia; dentro abbiamo acceso le stufe per scaldarci e le candele per vedere. Mancano 5 giorni, speriamo che il tempo migliori!
Ecco, la pioggia é diminuita, corro in sauna prima che riprenda!


domenica 17 agosto 2014

Rävfjället - Ammarnäs


17 agosto

Oggi volevo arrivare il prima possibile ad Ammarnäs, dove finisce il penultimo tratto del Kungsleden.

Alle 7:30 sono uscito dal Rävfjället, Saskia era già partita. Non pioveva, il cielo era coperto ma era meno minaccioso di ieri. Tanto per cambiare tirava vento e faceva freddo.

Il tragitto di oggi era semplice: 22 km seguendo la pista delle motoslitte. Per sicurezza, vista l'esperienza di ieri, prima di partite ho studiato a fondo la mappa.

Subito sono partito in salita, non proprio un bell'inizio per le mie gambe stanche e doloranti. Da 480 m circa mi sono alzato a 750 m. Qui ho fatto colazione a base di mirtilli e sono salito fino a 930 m, il punto più alto del cammino di oggi. Intanto il sole faceva capolino tra le nubi, rendendo tutto molto più piacevole. Camminando sul crinale del Stuorajåbba, si godeva il paesaggio della valle del Karsbäken a sinistra e della valle del Vindelälven sulla sinistra.

Non vedevo l'ora di arrivare ma il sentiero continuava a salire e scendere per i monti fino a quando, in basso, è comparsa Ammarnäs e il lago Gávtjavrrie. Dopo aver ammirato il panorama sono sceso dalla pista da sci, molto ripida. All'arrivo le mie gambe erano completamente a pezzi. 

Ammärnas è una cittadina abbastanza grande, ho trovato un ostello per passare la notte. Essendo da solo, qui è molto meglio che stare in hotel: ho una stanza con bagno tutta per me, la doccia e la sauna, la cucina e il soggiorno. Per pranzo sono andato al ristorante e ho preso un hamburger (ci voleva proprio!), mentre per cena ho mangiato spezzatino di renna.
Nel pomeriggio non è mancato l'acquazzone per rinfrescare ulteriormente l'ambiente. 

Sono molto stanco e ho dolori dappertutto, soprattutto ai piedi. Le previsioni del tempo mettono pioggia tutta settimana con temperature che vanno dai 15 gradi di massima ai 6 di minima. Spero di riuscire a completare il Kungsleden: mi mancano 78 km da fare in 6 giorni. Mal che vada posso stare qui ad Ammarnäs un altro giorno per riprendermi. Vediamo domani mattina come va. 

sabato 16 agosto 2014

Sjnulttjie - Rävfjället


16 agosto

Ieri sera avevo appena finito pensare che ero da solo quando ha aperto la porta dell'hub Saskia, una ragazza svizzera, che era partita la mattina stessa da Jäkkvik. Allora c'è qualcuno che fa questa parte del cammino! Per la notte abbiamo diviso il rifugio in parti uguali: metà tavolo e una panca e mezza a testa.

Stamattina alle 6:00, Saskia era già in piedi che si preparava a partire. Con calma mi sono tirato insieme anche io e alle 07:00 ero già in marcia.

Fuori faceva freddissimmo; non pioveva ma il cielo era coperto e minaccioso; il vento gelido mi faceva perdere la sensibilità alle mani e nenche il k-way riusciva a difendermi. Forse è giunto il tempo di tirare fuori dallo zaino il cappello e i guanti, soprattutto pernsando che dopo Ammarnäs si ritorna sopra i 1000 m.

Nonostante tutto la prima parte della tappa è stata molto bella, tutta in mezzo ai laghi a destra e a sinistra. Il terreno era coperto di mirtilli e, dopo giorni di inutili tentativi, sono riuscito ad avvicinare una renna. 

Alle 11:40 avevo già percorso 16 km e un cartello indicava la svolta a destra per Rävfjället: ancora 9 km. Ho superato il ponte e, immerso nei miei pensieri, ho proseguito sullo sterrato dei Quad. Mi ero accorto che non era presente alcun segnale ma, dopo una rapida occhiata alla mappa, mi ero convinto che quella fosse l'unica strada. Intanto iniziava a piovere. 
Così sono andato avanti fino alle 14:00. I tempi mi dicevano che dovevo già essere arrivato al rifugio Rävfjällete, invece davanti a me c'era solo un lago e nulla intorno. Ho preso la cartina e ho constatato amaramente che il Kungleden non passava da nessun lago. Ero fuori di almeno 6 km!

"Niente panico! Devi solo tornare indietro e se non ce la fai ad arrivare alla tappa stabilita per oggi, puoi accamparti da qualche parte e arrivarci domani."

Ho mangiato una scatoletta di tonno e, zaino in spalla, mi sono rimesso in cammino per tornare indietro. Mi ero dato delle tappe intermedie: "se al fiume ce la faccio ancora, posso arrivare al ponte dopo il quale mi sono perso, e se ce la faccio ancora posso andare avanti fino al Rävfjället".

Sorprendentemente, con molta calma, alle 15:45 ero in vista del ponte maledetto. Guardando a destra ho visto, in mezzo alla palude, dei paletti di legno con la cima dipinta di arancione. Ecco il Kungsleden! Era la pista per motoslitte ma poco più avanti si incrociava con il sentiero vero e proprio, molto più definito. Finalmente ero sulla strada giusta, aveva pure smesso di piovere e il vento, comunque sempre presente, non soffiava più tanto forte.

Mi sono fermato solo un paio di volte a mangiare manciate di mirtilli per recuperare le energie e ho proseguito fino al Rävfjället. Quando sono sceso nella foresta ero esausto. Era molto difficile rimanere in piedi sulle passerelle umide che passavano in mezzo all'erba alta, piene di foglie marce... e infatti sono finito per terra.

Rävfjället 3 km, Rävfjället 2 km, Rävfjället 1 km. Non ce la facevo più. Ho iniziato a contare i passi... alla fine, sulla sinistra, ecco il rifugio: i bagni, la legnaia e il rifugio vero e proprio! Ero arrivato!

Saskia mi ha dato il benvenuto e mi ha raccontato che anche lei aveva rischiato di perdersi al ponte maledetto.

Rävfjället c'è disponibile la cucina e un letto a castello. Ci sono altri 16 letti ma serve la chiave. I due letti a castello sono già occupati da due pescatori che torneranno a notte fonda. Salkia ed io dovremo dormire per terra. Comunque meglio che all'aperto.

Ora cucino una doppia porzione di pasta coreana, me la sono meritata! Se considero i 12 km circa sulla strada sbagliata, oggi ho fatto 37 km. Pensavo di aver raggiunto il limite arrivando a Jäkkvik dal Gásaklahko in un giorno solo (31 km) ma mi sbagliavo.



venerdì 15 agosto 2014

Adolfsström - Sjnulttjie


15 agosto

Questa notte non sono riuscito a dormire, mi faceva male tutto: anche, spalle, piedi, ginocchia... Pensavo che la giornata di riposo a Jäkkvik fosse servita a qualcosa...

Questa mattina sono partito alle 8:30 per fare 23 km. Il sentiero intorno al lago Iraft era molto ben segnato, in mezzo alla foresta di betulle e di abeti.
Non sapevo come vestirmi: se rimanevo in maglietta il vento era troppo freddo; se mettevo la felpa il sole scaldava troppo; appena mettevo il k-way perchè iniziava a piovere, usciva ancora il sole... 

Arrivato dall'altra parte del lago (8 km), ho superato un insediamento Sami e il ponte sul fiume Kattuggleselet, dove c'erano alcuni pescatori. Il sentiero era poco battuto, infatti il tracciato si perdeva nell'erba alta. Attraversato un secondo ponte è iniziata la salita. Il percorso si intrecciava continuamenete con la pista per motoslitte e lo sterrato per Quad. Ho faticato parecchio per stare sulla strada giusta.
Pian piano la foresta di betulle si è diradata. Era bellisssimo! Intorno era tutto verde, di tonalità diverse, e gli esili tronchi della betulle sembravano righe bianche, più o meno contorte, che terminavano nel verde delle fronde, prima di incontrare il cielo azzurro intenso e le nubi bianche o scure. Era veramente uno spettacolo!
Quando ho raggiunto lo spazio aperto sopra gli alberi i colori erano ancora più meravigliosi. È qui che, oltre alle renne, ho visto le aquile.

Quando sono ridisceso nella foresta ero stanco morto: mi aspettavo la pioggia da un momento all'altro (vedevo che davanti, dietro e di fianco pioveva già) e, oltre ai soliti dolori, se ne era aggiunto uno sospetto alla gamba sinistra. Dovevo al più presto trovare il ponte, un lago piccolo sulla sinistra, poi un lago più grande e infine il luogo del rifugio Sjnulttjie. Sapevo che il rifugio era bruciato nel 2005 ma almeno un luogo in piano in cui piantare la tenda doveva essere rimasto.

Non aveva ancora iniziato a piovere e un cartello segnava  0,5 km al Sjnulttjie. Quasi di corsa, senza far caso alle renne che scappavano al mio passaggio, ho superato una collina e... sorpresa! Il rifugio era stato ricorstruito! Mi sono fiondato dentro che già scendeva qualche goccia ma ormai ero al coperto.

Il rifugio è essenziale: una stanza quadrata con un tavolo, tre panche disposte a ferro di cavallo attacate alle pareti e una stufa. Passeró la notte qui. Intanto fuori diluvia. Non posso nemmeno raggiungere il lago per prendere l'acqua perchè intorno è tutta palude. 

Da Jäkkvik non ho ancora trovato nessun escursionista che sta percorrendo il Kungsleden.

giovedì 14 agosto 2014

Jäkkvik - Adolfsström


14 agosto

Nonostante questa mattina abbia fatto le cose con calma e sia partito alle 10:30, sono un giorno avanti sulla tabella di marcia. Dovevo arrivare a Pieljekaise (8 km) e invece ho continuato fino ad Adolsström (altri 14 km).

La prima parte è stata una salita fino sl piano ad ovest del Pieljekase. Con il sole che scalda, camminare nella foresta di betulle prima e sopra la linea degli alberi dopo, è tutta un'altra cosa: più piacevole e meno stressante. 
Arrivato in cima, dopo aver ammirato il paesaggio in cui mi sarei immerso a breve, sono entrato nel parco nazionale del Pieljekaise. Subito la discesa mi ha portato in una fantastica foresta di betulle. Alle 12:30 sono arrivato al rifugio che doveva essere la mia tappa: sono entrato a mangiare qualcosa, ho riempito d'acqua la borraccia e sono ripartito.

Mentre scendevo a valle nella foresta mi rammaricavo di non essere capace di distinguere e riconoscere l'immensa varietà di vegetazione, funghi, volatili che mi capitava di incontrare. 

Al ponte sul lago Luvtávrre ho visto che stava arrivando un temporale: penso di esserci passato intorno continuando il cammino.

Il sentiero è diventato una bella e semplice passeggiata nella foresta, con il sole che andava e veniva da dietro le nuvole. Ovviamente non sono mancate le zone paludose in cui il piede sprofondava fino a oltre la caviglia.

Sono arrivato ad Adolfsström per le 16:00. Non sono più in mezzo al nulla come nei giorni scorsi: qui c'è un paese vero e proprio, con case, strade asfaltate, ristoranti e alloggi per i turisti. Ho trovato un prato per piantare la tenda a 55 Sk (comprese la doccia e la corrente elettrica). Sono andato a vedere il lago e ad individuare l'imbocco del sentiero per domani... troppo vento! Mi sono rifugiato in tenda.

mercoledì 13 agosto 2014

Jäkkvik


13 agosto

Giornata di puro relax a Jäkkvik.

Il tempo è variabilissimo: mi sono svegliato con la nebbia, poi è uscito il sole, poi temporale, poi sole ancora, nuvole, ancora un acquazzone e ora si sta coprendo di nuovo tutto... mi sa che sta arrivando l'autunno in Lapponia.

Tutto questo non mi ha vietato di fare una tranquilla passeggiata per Jäkkvik: un paesino molto caratteristico: le case sono in legno e tenute bene, molto distanti l'una dall'altra; attorno la foresta, al centro il lago. Sull'altra sponda rispetto a dove mi trovo, c'è una chiesetta protestante molto carina che risale al 1700. Un'unica strada attraversa il villaggio. Questa notte, ogni volta che passava un camion, mi svegliavo di soprassalto: non sono più abituato ai rumori della civiltà.

Oggi ho fatto il bucato in grande, mi sono rimesso in forze con una colazione e un pranzo abbondanti e ho acquistato i viveri che dovrebbero bastarmi per i prossimi cinque giorni fino ad Amarnäs.


Ho approfittato del tempo che mi è rimasto per raccogliere i pensieri che mi girano per la mente in questi giorni, consapevole che ormai mancano solo 11 giorni alla conclusione del leggendario Kungsleden.

Se non ricomincia a piovere vado a vedere dove inizia il sentiero di domani.


martedì 12 agosto 2014

Gásaklahko - Jäkkvik


12 agosto

Durante la notte al Gásaklahko si sentiva il forte vento e ogni tanto la pioggia che batteva sulla tenda. 
Al mattino il cielo era coperto e piovigginava ma il vero problema è stato smontare la tenda che, per il vento, non riusciva a stare ferma.

Sono sceso veloce nella foresta di betulle, dove ho trovato Chris che dormiva su un'amaca tra gli alberi, coperto da un telo impermeabile a forma di capanna. 
Ha iniziato a piovere forte: una pioggia autunnale che sembrava non finire mai. Neanche in cielo si vedevano speranze di schiarite. Ha piovuto per due ore, fino alle 10:30, ed io ero completamente inzuppato, dalla testa ai piedi. 

Alle 11:30 avevo già percorso 13 km ed avevo raggiunto Vuonatjviken, dove avevo programmato di passare la notte. Era un piccolissimo paesino di pescatori senza quasi alcun servizio. Quando ho chiesto di passare dall'altra parte del lago, mi hanno detto di attendere sulla riva. Sono rimasto lì tre ore senza più nulla di asciutto addosso. Tremavo dal freddo. Ho cucinato una calda pasta asciutta, ho messo ad asciugare la felpa e le calze... 

Alle 14:30 è arrivato anche Chris e, in contemporanea, la barca che doveva farci attraversare il Riebnes. Subito abbiamo pagato il trasporto e ci siamo infilati nella cabina di pilotaggio, dove si stava al caldo. Dopo venti minuti eravamo di nuovo in cammino, insieme, per raggiungere Jäkkvik: altri 18 km.

Alla presenza costante delle renne, siamo saliti al piano di Tjidtjakválle: una ripida arrampicata di 300 di dislivello. Dopo una rapida occhiata al panorama alle nostre spalle, siamo scesi dall'altra parte addentrandoci nella foresta.

Gli ultimi 10 km di cammino erano stati segnato di recente, tanto che nella mia guida e nella mia mappa, stampate entrambe nel 2010, non erano ancora previsti. Eravamo esausti, ci saremmo potuti fermare e accamparci da qualche parte ma ormai Jäkkvik ci chiamava. Intanto stava uscendo anche il sole!

Tra salite e discese siamo arrivati al lago da attraversare in barca a remi. Questa volta erano solo 300 metri: io ho remato per due tratti per andare a recuperare una barca sull'altra sponda e Chris per l'ultima traversata. I 4 km del lago Sito mi rendevano un veterano della barca a remi, infatti non è stato per niente difficile nè faticoso. 

Una volta dall'altra parte (erano le 20:00), di nuovo in cammino. Ormai arrancavamo nell'attesa di vedere Jäkkvik spuntare tra gli alberi. È stata la prima volta che camminavo a quell'ora e devo dire che, con il sole quasi orizzontale, nonostante la stanchezza, continuavo a rimanere stupito dei riflessi del lago e dei chiaro-scuri della foresta.

Finalmente alle 21:00 siamo arrivati e, come c'era da aspettarsi, ormai tutto era chiuso, dal negozio alla reception del camping. Ci siamo fatti aiutare da una signora del posto così alle 22:00 avevamo il nostro posto nel campeggio Kyrkans. Ora stiamo cenando (Chris mi ha offerto dell'ottima pasta in brodo liofilizzata perchè io ho finito i viveri), stanchi ma soddisfatti di essere riusciti ad arrivare fin qui (31 km!). Fuori la luna si riflette nel lago. 

Domani, prima di ripartire, per gli ultimi 160 km del Kungsleden, prenderó un giorno di pausa per riposarmi e per fare un po' di spesa e un po' di bucato. Tra poco doccia e a nanna. 

lunedì 11 agosto 2014

Gistojávrátj - Gásaklahko


11 agosto

Quando mi sono svegliato (5:30), sembrava che il tempo fosse bello; quando sono partito (8:00), invece, il cielo era già coperto da nuvoloni che non promettevano nulla di buono.

Quasi subito, sulla spiaggia del fiume Pite, ho trovato Chris, l'uomo di ieri sera, e ho scoperto che l'incontro con lui non è stato frutto di immaginazione. Abbiamo chiacchierato un po' e sono ripartito. 
In poco tempo ho raggiunto il lago Tjieggalvas in una brutta foresta di betulle: tanti alberi intraciavano il cammino e lunghi tratti erano nell'erba alta con il terreno acquitrinoso.

Durante la salita all'altopiano Árdná, oltre la linea degli alberi, sono stato accompagnato da un branco di renne. Loro salivano di corsa, si fermavano, mi osservavano, tornavano indietro, si chiamavano... io salivo lentamente e con il fiatone.
Oltre alle renne, dall'Árná in poi, mi hanno fatto compagnia i paesaggi che ogni volta mi lasciavano a bocca aperta: prima il Tjiesslvas e l'insediamento di Västerfjäll immerso nella foresta; poi, superato il monte Doulbak, ecco apparire il Gásaklahko, una collina dalle forme morbide che dà sulla valle del fiume Bartek, piena tanti piccoli laghetti nella foresta. Mentre il cielo si apriva, il panorama diventava sempre più incantevole. Proprio qui mi sono fermato e ho piantato la tenda. Purtoppo tira vento e non c'è acqua nè per bere nè per lavarsi. In compenso sono circordato da renne che si aggirano per il prato.

Anche oggi ho percorso 20 km: si fanno sentire e sono stanco morto.

domenica 10 agosto 2014

Tsielekjåhkå - Gistojávrátj


10 agosto

Alle 6:20, quando ho aperto la porta del rifugio, faceva freddo e il tempo era brutto: le nubi basse coprivano completamente i monti che ieri erano così ben in vista e piovigginava.

Tutto è andato bene finchè, superata una frana, sono arrivato sul Suongergåsså. Lì mi sono perso. Chissà come mi ero convinto che il Kungsleden deviasse a sinistra rispetto alla pista per motoslitte. Mi sono trovato così in un prato paludoso ad inseguire segnali inesistenti nel territorio circostante. Inoltre pioveva e la nebbia toglieva dalla vista tutti i riferimenti più importanti. Dopo una buona mezz'ora mi sono deciso a tornare indietro, a togliere la cartina e a tornare sui miei passi. Per fortuna, ad un certo punti, guardando a sinistra, ho intravisto il paletto arancione che indicava il sentiero. Meno male!

Tra la nebbia, la pioggia e un vento gelido, sono arrivato sotto il Goabddàbakte (1266 m). Nonostante la scarsa visibilità era uno spettacolo la parete di roccia verticale alla mia destra e la valle con laghi e foreste sulla sinistra.

Lasciando indietro pioggia e vento, sono sceso a valle. Ero sfinito: continuavo a inciampare in ogni sasso e in ogni radice.
Finalmente sono arrivato a Gisojávrátj: un piccolo lago immerso nella foresta circondato da una palude. Ho piantato la tenda su un terreno sconnesso, pieno di radici e di sassi, ma almeno stabile, a differenza della riva del lago.

In tutta la giornata non ho incontrato nessuno e anche ora, nella foresta, c'è solo la mia tenda. 

Più tardi.
Pomeriggio infinito anche quest'oggi, immerso nel silenzio irreale della foresta, interrotto solamente dal verso di qualche volatile sconosciuto.
Mentre ero nella tenda, con la copertura esterna aperta, sento il rumore di passi e vedo arrivare un uomo con due bastoni in mano e una retina per gli insetti sulla testa. Ci salutiamo, mi dice che è partito stamattina da Kvikkjokk e che vuole arrivare a Jäkkvik domani (96 km!), mi chiede se ho visto gli orsi e così, come è arrivato, se ne va. Una visione onirica?

sabato 9 agosto 2014

Kvikkjokk - Tsielekjåhkå


9 agosto

Questa mattina ho puntato la sveglia alle 7:00 per non mancare l'appuntamento con in motoscafo che, come da accordi, alle 8:45 mi ha portato a Mallenjarka. All'arrivo lo scafista, mi ha spiegato come far funzionare il telefono di emergenza, nel caso ne avessi avuto bisogno e si è allontanato, lasciandomi, da solo, all'ingresso della foresta.

Subito sono partito: il tempo era bello e il sentiero era segnato molto meglio del previsto. Dopo la foresta di conifere mi sono addentrato nella foresta di betulle: veramente incantevole! Pensavo di non incontrare nessuno, invece ho trovato ben cinque persone che percorrevano in Kungsleden in senso contrario. 

Alla 12:30, dopo 15 km, sono arrivato al rifugio di Tsielekjåhkå: un piccolo capanno in legno con all'interno due posti per dormire, nessuno di sorveglianza. Sono entrato: un cartello diceva che dormire nell'hub costava 100 sk, da pagare alla successiva stazione STF oppure facendo un bonifico... si vede che non siamo in Italia (e si vede che io sono italiano fino all'osso).

Al fiume, mentre lavavo i panni, ho perso una calza. Probabilmente è finita in acqua  ed è stata portata via dalla corrente.

Il pomeriggio è lunghissimo. Meno male che attorno a me c'è un panorama strepitoso che cambia mentre il sole percoore il suo arco nel cielo. Ho tempo per pensare e per pregare.

venerdì 8 agosto 2014

The Pårte Huts - Kvikkjokk


8 agosto

Questa notte faceva freddo. Mi sono svegliato che la tenda era completamente bagnata per la condensa. In cielo non c'era neanche una nuvola. Giornata ideale per concludere questo terzo tratto del Kungsleden.

Sono partito alle 8:00, contento che solo 16 km mi separvano da Kvikkjokk, che sapevo un grande centro turistico, con elettricità, linea telefonica, negozio,...
Tutta la camminata di oggi è stata nella foresta: prima fitta e disordinata, poi disposta attorno a un laghetto e infine più rada.
Nella prima parte della giornata ho penstato tanto, poi è tornato insistente il dolore al piede destro e anche le spalle verso la fine imploravano pietà. Ho fatto poche e brevi pause. Chissà perchè sono così veloce: parto sempre presto, arrivo presto e non sono capace di fermarmi a riposare, a guardare e ad aspettare.

Fatto stà che alle 12:30 ero a Kvikkjokk. Ho fatto la spesa per i prossimi cinque giorni senza appoggio, ho piantato la tenda, ho fatto una doccia vera (ne avevo proprio bisogno). Sono arrivati anche molti amici incontrati sul cammino e che terminano qui il loro Kungsleden.
Ho già prenotato il motoscafo che domani mattina alle 8:45 mi porterá all'inizio del nuovo tratto del sentiero del Re, che ora mi appresto a studiare sulle mappe. Sono indeciso se acquistare o meno il coltello da caccia che mi hanno consigliato per i prossimi giorni. Vedremo.

giovedì 7 agosto 2014

Aktse - The Pårte Huts


7 agosto

L'unico problema dell'essere stato due notti nel prato prima della foresta che scende all'Aktse Hut, è stato la mancanza di acqua corrente... e si sentiva!

Quando mi sono svegliato, attaccato alla zanzariera, c'era un muro di insetti vampiri, pronti a cibarsi del mio sangue non appena avessi aperto la zip della tenda. Infatti preparasi a partire è stata una vera e prova psicologica non indifferente.

Sono arrivato all'Aktse hut alle 8:30 e, senza pensarci due volte, insieme alla consueta tavoletta di cioccolato Marabou, ho acquistato il biglietto per attraversare il lago in motoscafo. Ho approfittato dell'attesa per lavarmi.

Sono arrivato dall'altra parte del lago e alle 10:15 mi sono addentrato nella forseta del Sarek National Park.
"Bear, lynx and wolverine often stay in the valley, while golden eagle and white-tailed eagle regulary fly over.", recitava la mia guida. Si prospettava una giornata interessante.

La foresta era una vera foresta, come quelle che uno si immagina: abeti altissimi, alberi morti o caduti, tronchi in decomposizione, un fitto sottobosco, radici che riempiono il sentiero e si accavallano l'una sull'altra, il muschio che  copre tutto, grossi funghi in ogni dove, l'ombra e la luce che filtrava a tratti tra le fronde. Ogni tanto mi fermavo: ascoltavo il silenzio, il vento e i 1000 rumori della foresta. Insieme alla paura di trovarmi di fronte un orso, camminare era bello e misterioso.

Durante la passeggiata nella foresta ha piovuto e ancora quando ho superato la linea degli alberi, ma era solo un piccolo anticipo della tempesta che stava arrivando. Poco dopo, infatti, il cielo è diventato nero, si sentiva il rombo dei tuoni e si vedeva che nel lago sottostante già pioveva. Alla fine è arivato: mezz'ora di acquazzone forte con fulmini e tuoni nelle vicinanze. Il terreno diventava sempre più scivolosa e faceva sempre più freddo... Come è arrivato, così se ne è andato, lasciando il cielo completamente limpido.

Break: ho mangiato tutta la tavoletta di cioccolato. Ho fatto anche un rapido punto della situazione: mi si è strappato un po' il sacco che copre la tenda; la suola della scarpa sinistra sta iniziando a cedere; dolore persistente alla caviglia, dove ieri ho colpito male una radice.

Con il morale sotto terra sono ripartito. I sassi bagnati erano maledettamente scivolosi. Pur procedendo molto lentamente ho richiato più volte di finire per terra. 

Poco dopo il Kungsleden è sceso di nuovo nella foresta per un ultimo lungo tratto. Ancora una volta ho apprezzato il parsaggio, reso ancora più bello dal profumo di terreno bagnato e dai raggi di sole che illuminavano ogni minuto in mofo diverso il sottobosco. Alla fine, l'unico animale che ho visto, a parte le onnipresenti e fastidiosissime zanzare, è stato un picchio.

Verso le 16:00 sono giunto agli Pårte Huts, situati su una penisola sul lago Sjabtjak, in mezzo alla foresta. Ho piantato la tenda vicino a quella di altri amici: non ci conisciamo se non perchè sono tre giorni che ci incrociamo e piantiamo le tende vicine.



mercoledì 6 agosto 2014

Skierffe


6 agosto

Alla fine mi sono preso una giornata per salire sul monte, come Gesù e i suoi discepoli nel giorno della trasfigurazione, che si celebra oggi.

Sono partito molto presto dopo aver alleggerito lo zaino. Non pioveva ma il cielo era completamente coperto di nubi molto basse. Lo Skierffe, che ieri si vedeva, non appariva all'orizzonte.

 Erano solo 8 km. Sono salito con calma, cercando di orientarmi tra le nubi che coprivano ogni cosa. Seguendo il sentiero segnato da sculture di pietre, alle 11:00 sono arrivato in cima. Il panorama da lassù era veramente strabiliante: si vedeva, 700 metri più in basso, tutti il delta del fiume Rapa. Mi sentivo in cima al mondo. Sono rimasto su un po', sdraiato a guardare in basso, finchè le nubi hanno coperto tutto.

Mentre scendevo usciva il sole e altri salivano allo Skierffe. Ero soddisfatto.

Ad un tratto mi sono accorto che, un po' lontano, alla mis sinistra, c'era un enorme branco di renne che stava pascolando. Finalmente le renne! Ho lasciato il sentiero e mi sono avvicinato. Non penso fossero molto felici della mia presenza, infatti quando arrivavo a una certa distanza da loro alzavano la testa, mi fissavano immobili per qualche secondo e scappavano via. Erano di tutti i tipi: grandi con delle corna enormi, cuccioli che venivano allattati... addirittura una renna albina.


Sono arrivato alla tenda, infestata tra la copertura esterna e la zanzariera di ogni genere di insetto. Si sta avvicinando un altro temporale: devo fare in fretta a preparar la cena. Oggi provo a cucinare un piatto coreano: sembra pasta asciutta al pollo. Vedremo!

martedì 5 agosto 2014

Sitojaure - Aktse


5 agosto

Che giornata, ragazzi! È successo di tutto!

Questa mattina mi sono vegliato presto e mi sono messo ad aspettare che giunesse qualcuno in barca a remi dalla parte opposta del lago. Non arrivava nessuno. Le possibilità erano: aspettare l'arrivo della seconda barca a remi (magari anche tutto il giorno e magari non sarebbe arrivato nessuno), farmi dare un passaggio in motoscafo (200 sk!) oppure fare viaggi remando da una parre all'altra del lago.

Dopo aver visto partire i miei vicini di tenda in motoscafo alle 9:00, dopo aver visto partire altri escursionisti alle 10:00, mi sono deciso: ho messo il tappo al fondo della barca a remi, l'ho svuota d'acqua, ho messo il giubbotto di salvataggio e sono partito.

Sul lago c'ero solo io. Mi facevano compagnia le anatre che nuotavano in fila indiana attorno a me. Non è stato facile.  Il primo problema era individuare le boe arancioni che segnavano la rotta, poi dovevo stare attento a evitare le pietre che spuntavano dall'acqua, infine nella parte centrale del lago c'erano alte onde che facevano beccheggiare la nave un po' troppo. Sono arrivato dall'altra parte alle 12:30, facendo meno fatica del previsto.

A questo punto avrei dovuto portare indietro due barche a remi e ritornare con una, in modo da lasciare almeno una barca su ogni lato del lago. Impossibile! Ho aspettato un'oretta sul molo, nell'eventualità irrealistiva che potesse arrivare qualcuno che dovesse attraversare il lago... Alle 13:30 mi sono arreso: ho issato la bandiera bianca e ho pagato un Sami perchè portasse indietro la barca per me. 



Ero pronto a mettermi in marcia: 9 km ad Aktse. Bisognava solo salire al Njunjes, fino a 960 m, e scendere dall'altra parte, il che voleva dire foresta, arbusti, pietre e muschi, arbusti e ancora foresta.
La salita era ripida ed ero stordito dal vento fortissimo. Ció non mi hs impedito, una volta attivato in cima, di dare un'ultima occhiata dall'alto al lago Sit e a ripercorrere nella mente il tragitto fatto in barca.
Scendendo dall'altra parte si mostrato in tutta la sua bellezza il lago Láitaire e il grande delta del fiume Rapa. 
Sono sceso, incantato, fino ad entrare nella foresta in una discesa molto ripida. 

Arrivato al rifugio Aktse (550m) ho scoperto che domani mi aspetta un'altra remata di altri 4 km per attraversare il lago (Nooo!) e che per poter piantare la tenda gratuitamente dovevo tornare indietro fino all'inizio della foresta (740 m)...in più stava arrivando il temporale!

Sono tornato indietro di corsa, sperando di non fami cogliere dalla tempesta mentre ero in cammino, faceva un caldo allucinante e grondavo di sudore da tutte le parti. Il rumore dei tuoni si avvicinava...
Appena uscito dalla foresta e individuato il piano su cui piantare la tenda è iniziato il diluvio. Ho montato velocemente la tenda e mi ci sono infilato dentro mentre il temporale passava sopra. 

Ora sono nella mia tenda, non posdo uscire, anche se c'è il sole, per non subire l'attacco degli scismi di insetti. Sono indeciso se domani continuare il Kungsleden o fare un'escursione sulla cima dello Skierffe (1179 m).

lunedì 4 agosto 2014

Saltoluokta - Sitojaure


4 agosto

Questa mattina mi sono svegliato e il tempo era brutto. Mi sono rintanato subito nella recepion del rifugio per stare al coperto. Qui ho incontrato ancora Marcello, che era già arrivato da due giorni.

Alle 10:10, dopo aver mangiato per colazione una mega fetta di torta, sono partito. Per fortuna aveva smesso di piovere. La prima parte era nella foresta, poi la ripida salita mi ha portato al di sopra della linea degli alberi. Il cielo diventava sempre più nero e, dopo 3 km dalla partenza, ha ricominciato a piovere. Mentre percovvevo l'infinito altopiano non vedevo più attorno a me le cime innevate dei monti più alti della Svezia, come ero invece abituato a vedere la scorsa settimana: l'altezza e i paesaggi sono cambiati. 
Quando ha smesso di piovere è iniziato il vento artico, forte e freddo, forse più fastidioso della pioggia.
Durante gli ultimi chilometri non mi sono soffermato molto sul paesaggio ma ho pensato tanto e il tempo è passato velocissimo.

Finalmente si scorgeva lo spettacolare lago Sito, reso ancora più affascinate dai raggi del sole che filtravano tra le nubi. In poco tempo sono sceso nel bosco di betulle e sono giunto al rifugio. Erano le 16:00 e avevo fatto 20 km. 

Al rifugio non ho visto nessuno. Sono andato subito a vedere le barche a remi per attraversare il lago domani: sono due, quindi devo percorrere il tragitto (4km) una volta sola. Ho montato la tenda vicino a quella di altri due ragazzi, ho fatto il bucato e ora mi riposo. Il cielo è quasi completamente sereno. Peccato per le zanzare e i moscerini che mi stanno divorando vivo!


Più tardi.
Tragedia! È arrivata la famiglia tedesca ed è andata dall'altra parte del lago in barca a remi. Se non viene nessuno da questa parte, domani devo attraversare il lago a remi per tre volte. Non posso farcela! C'è sempre la possibilità di farmi portare dall'altra parte da un motoscafo Sami...

domenica 3 agosto 2014

Vakkotavare - Saltoluokta


3 agosto

La giornata di oggi è stata di riposo. Quando mi sono svegliato mi sono portato alla fermata ad attendere fino alle 10:30 il bus per Kenats. Piano piano sono arrivati tutti: il gruppo di svedesi che  fa il bagno nel lago, il gruppo che l'altro giorno mi ha aiutato a capire quale fosse la strada giusta, la famiglia di tedeschi e molti altri. Per la maggior parte di loro era finita l'esperienza del Kungsleden, si tornava a casa. 

In pochi ci siamo fermati a Kebnats e abbiamo preso il traghetto per attraversare il lago e giungere così a Saltoluokta. Domani ripartiró la qui. La vegetazione è cambiata, il rifugio (molto attrezzato) è immerso in un bosco di conifere, che rende la zona molto selvaggia.

Dopo aver piantato la tenda sono andato a conoscere i Sami. Ho raggiunto il loro villaggio sul lago Pietsaure: una passeggiata di 6 km per andare e altri 6 per tornare, ma senza zaino, ed è tutta un'altra storia. Il sentiero mi ha fatto salire al valico tra i monti Lulep e Tjäpuris e scendere dall'altra parte. Arrivato al villaggio molto caratteristico, ho incontrato la famiglia Kuoljok e ho mangiato del pesce affumicato. 

Sono rientrato a Saltoluokta per la cena: ricco antipasto di verdure e salse, zuppa di fagiano di montagna con pan grattato e panna acida, salmone artico con verdure grigliate, cheese and coffee, pasticcio di cioccolato con mirtilli. Tutto veramente molto buono.

Dopo cena doccia e sauna. 

sabato 2 agosto 2014

Teusajaure - Vakkotavare


2 agosto

Mai avrei pensato di dover mettere il Voltaren sui muscoli delle braccia, invece mi ritrovo con gli avambracci doloranti e i palmi delle mani pieni di vesciche. Motivo: la traversata del lago Teusa (1km) in barca a remi. 

Già avevo delle difficoltà a mettere la barca in acqua, quando poi è stato il momento di remare ho capito di essere proprio impedito. In mezzo al lago pensavo di arrendermi: i remi sono diventati pesanti e la barca andava dove voleva lei. Sono arrivato dall'altra parte del lago stremato, solo dopo mezz'ora dalla partenza (sembrava molto ma molto di più). Mi sono buttato per terra e mi sono addormentato sulla riva.

Quando mi sono svegliato mi sono messo in cammino. Dopo i primi metri nel bosco abbastanza in piano, il sentiero ha iniziato a salire aspramente. Non ce la facevo più, anche perchè ogni volta che mi sembrava di essere in cima, scoprivo che più in là c'era un'altra collina da salire...

Alla fine mi sono ritrovato a percorrere un altopiano a più di 900 m di altezza, tra massi erratici e fiumi da guadare. Saró finito in acqua almeno un paio di volte. 

Alla fine della tappa, come ieri, una ripida discesa nel bosco. Dall'alto si potevano vedere i piloni dell'elettricità: finalmente un po' di civiltà!

Alle 13:00 sono arrivato al rifugio di Vakkotavare, sulla strada che costeggia il lago Suorva. Per la prima volta da una settimana vedo una strada e delle automobili, incredibile!

L'albergatore mi ha indicato un luogo sul lago per piantare la tenda: anche oggi la vista è magnifica. Vicino a me si è accampato anche il gruppo di svedesi che ieri ha fatto il bagno nel lago: anche oggi, appena arrivati, si sono svestiti e si sono buttati in acqua. È arrivata anche una famiglia tedesca che era mia vicina di tenda anche ieri.

Il tempo è bellissimo: fa caldo, c'è il sole, ci sono poche zanzare e l'acqua del lago è così pulita che si vede il fondo. Ho preso un po' di sole sulle pietre e mi sono lavato.

Domani mattina alle 10:30 passerà il pullman che mi porterà a Saltoloukta, 30 km più in là, per riprendere il cammino. Piccolo problema: ho l'iphone scarico. Come faró a sapere che sono le 10:30?

venerdì 1 agosto 2014

Kaitumjaure - Teusajaure


1 agosto

Appena mi sono chiuso in tenda ieri sera ha iniziato a poivere. Quando mi sono svegliato stamattina pioveva ancora. Ho montato lo zaino, l'ho coperto con la cerata, ho messo il k-way pronto a smontare la tenda sotto l'acqua... e appena uscito dalla tenda, quasi miracolosamente, ha smesso di piovere.

Sono sceso dal rifugio fino all'ingresso della riserva naturale di Sjanja. Una recinzione ne delimitava il perimetro. Dovevo entrare ma non sapevo da che punto. Ho seguito la recinzione finchè il sentiero si è trasformato in palude, poi ho aspettato un gruppo di svedesi che stava arrivando e ho capito il punto in cui bisognava scavalcare. Con lo zaino non è così semplice!

In poche centinaia di metri ho superato il gruppo di svedesi e mi sono ritrovato di nuovo completamente solo. Ho percorso tutto l'altopiano Muorki con belle visuali in tutte le direzioni. 
La discesa al lago e all'hut era molto ripida nel bosco, ma ormai ero arrivato. Ho piantato la tenda in un angolo sopra al lago: un luogo spettacolare. Guardando il paeseggio da qui sembra di essere dentro un quadro. 

È arrivato un gruppo di svedesi che si è buttato nel lago, saeri tentato di farlo anche io se solo l'acqua non fosse così gelida!

Domani mi aspetta la traversata del lago in barca a remi!

giovedì 31 luglio 2014

Singi - Kaitumjaure


31 luglio

Stanotte ho dormito malissimo: ha piovuto e tirava vento. Mi sono anche svegliato con le anche e le spalle doloranti: dopo i primi giorni diventa difficile anche riposarsi bene in tenda.

Alle 7:30 non pioveva più e anche il vento era cessato. Ogni giorno divento sempre più veloce e preciso a montare lo zaino e a smontare la tenda.

Durante tutto il percorso di oggi (14 km) ho avuto male alla spalla sinistra, tanto che mi sono dovuto fermare più volte per lasciare giù lo zaino.
All'inizio il sentiero era brutto (tutto pietre), poi si è inoltrato in una bella vallata percorsa dal fiume, che via via si ingrandiva. Non ha piovuto e addirittura ad un certo punto tra le nubi si è visto anche il sole! 

Verso la fine il paesaggio è cambiato: sono comparsi gli alberi (era qualce giorno che non ne vedevo uno che non fosse calpestabile), che in breve sono diventati un bosco. Alle 12:10, dopo una breve ma ripida salita, sono arrivato a Kaitumjaure. In fonto, a valle, si vede il lago.

Ho piantato la tenda un po' prima del rifugio. Sono l'unico e ho un po' di paura. Se passa un orso? un ghiottone? un alce? Per ora sono passati solo esseri umani che andavano al fiume, un'anatra che è scappata appena mi ha visto e un lemming.
È uscito anche un bel sole, così sono andato anche io al fiume: dopo le cascate c'è una spiaggetta di sassi. Mi sono lavato e riposato. 

mercoledì 30 luglio 2014

Kebnekaise Fjällstation - Singi


30 luglio

Dormire in quella tenda era come dormire all'aperto. Che freddo! Ha compensato l'abbondante colazione che abbiamo fatto al ristorante: jogurt, marmellata, cereali, formaggio, salame, latte, uova sode, nicciole e mandorle sgusciate, pane e uva, succo di frutta).

Dopo aver preparato lo zaino ho saluato Joshua e ho aspettato a partire che il mio iphone si fosse caricato al 100%: le 10:30. In una giornata trascorsa alla Kebnekaise Fjällstation, il monte più alto della Svezia è stato perennemente coperto dalle nubi.

Ho ripercorso al contrario il percorso di ieri: questa volta veramente solo. Da una parte Joshua mi é mancato, dall'altra è stato bellissimo arrivare su un altopiano, guardarsi intorno e scoprire di essere l'unico a contemplare quel paesaggio!

Ancora una volta il tempo era brutto. All'inizio solo qualche goccia ma a 3 km da Singi ha cominciato a piovere bene. Sono arrivato alle 14:30 che pioveva ancora e così ho vissuto anche l'incredibile esperienza di dovere fare la tenda sotto l'acqua. 

Nel pomeriggio ha smesso di piovere e ha iniziato a tirare vento. Ho lavato tutto quello che c'era da lavare, compreso me stesso, al fiume. Per cena ho mangiato la mortadella che avevo portato da casa.

Da sabato ho già percorso circa 92 km, domani sicuramente raggiungo i miei primi 100 km sul Kungsleden. Ora faró tappe più brevi, sicuramente più fattibili sia per la possibilità di recupero fisico, sia perchè così i vestiti hanno più tempo per asciugare.

Adesso provo a dormire, non so che ore sono perchè l'iphone è spento: devo razionare la batteria. C'è vento e ad ogni raffica la tenda viene scossa da tutte le parti. Già prima un picchetto era saltato: speriamo bene!

martedì 29 luglio 2014

Sälka - Kebnekaise Fjällstation


29 luglio

Stanotte c'era vento e ha piovuto, non molto ma quel tanto che basta a dar fastidio. In tenda non faceva più freddo del solito. 

Ci siamo svegliati verso le 7:30 per partire appena pronti. Eravamo consapevoli di dover arrivare alla Stazione Turistica del Kebnekese perchè Joshua aveva le caviglie distrutre dal giorno prima e io avevo bisogno di ricaricare l'iphon, altrimenti niente più foto. Tappa doppia quindi anche oggi.

Siamo partiti con il cielo coperto e il vento, una spruzzatina di pioggia ogni tanto. Ormai abbiamo preso il ritmo: per i primi 6 km siamo andati avanti senza fermarci e poi ancora fino al nono chilometro, dove un'incrocio segnava Singi (3 km) sulla destra e il Kebnekese (14 km) diritto. Abbiamo lasciato il Kungsleden, che riprenderó domani tornando a Singi, per raggiungere il monte più alto della Svezia (2123 m). 

Il sentiero che avevamo preso si arrampicava in modo brusco fino ad arrivare ad un altopiano con due piccoli laghetti. Eravamo sono noi due e la pioggia ci ha tentuto compagnia. Ridiscendendo dall'altra parte eravamo circontati dalle ripide pareti dei monti Liddubákti e Skátrttoaivi sulla destra e del Sinničohakka sulla sinistra. Le cime dei monti sembravano fumanti per le nubi basse che e si muovevano veloci per il vento. Sia a destra che a sinistra un gran numero di cascate si gettavano a valle. Magnifico! Sembrava di essere nel paradiso terrestre. 

Abbiamo passato le ultime due ore sotto la pioggia, che trasformava ogni sentiero in fanghiglia, sommergeva le passerelle e i sassi, in modo da dover entrare nell'acqua per attraversare tutti i torrentelli. E la meta non arrivava mai. L'ultimo tratto è stato molto faticoso perchè il sentiero saliva su una roccia liscia e sivolosa per poi scendere bruscamente. Alla fine, stremati, siamo arrivati.

La stazione turistica del Kebnekese è un vero e proprio villaggio: c'è la reception con ristorante e negozio (e prese della corrente), l'edificio dei servizi (cucina, docce, sauna), il centro da cui partono le esursioni per la vetta, sistemazioni per la notte, un'antenna del telefono (la prima che trovo da Abisko)... 
Joshua e io per la notte abbiamo un posto nella grande tenda, sistemati su una brandina con materasso: che comodità!

Domani Joshua mi saluta: torna a casa. Le sue caviglie sono proprio conciate male. Mi ha regalato il suo fornellino, così nei prossimi giorni posso cucinarmi qualcosa di caldo. Pur non parlando molto (io conosco a malapena quattro parole di inglese) ci siamo affezionati, mi dispiace dover andare avanti da solo.

Domani le previsioni del tempo mettono ancora acqua.

Ore 22:00. In tenda comincia a fare freddo e la stufetta all'interno non funziona. Inoltre da qui è partito un elicottero che ha scoperchiato la tenda. Mah.