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giovedì 31 luglio 2014

Singi - Kaitumjaure


31 luglio

Stanotte ho dormito malissimo: ha piovuto e tirava vento. Mi sono anche svegliato con le anche e le spalle doloranti: dopo i primi giorni diventa difficile anche riposarsi bene in tenda.

Alle 7:30 non pioveva più e anche il vento era cessato. Ogni giorno divento sempre più veloce e preciso a montare lo zaino e a smontare la tenda.

Durante tutto il percorso di oggi (14 km) ho avuto male alla spalla sinistra, tanto che mi sono dovuto fermare più volte per lasciare giù lo zaino.
All'inizio il sentiero era brutto (tutto pietre), poi si è inoltrato in una bella vallata percorsa dal fiume, che via via si ingrandiva. Non ha piovuto e addirittura ad un certo punto tra le nubi si è visto anche il sole! 

Verso la fine il paesaggio è cambiato: sono comparsi gli alberi (era qualce giorno che non ne vedevo uno che non fosse calpestabile), che in breve sono diventati un bosco. Alle 12:10, dopo una breve ma ripida salita, sono arrivato a Kaitumjaure. In fonto, a valle, si vede il lago.

Ho piantato la tenda un po' prima del rifugio. Sono l'unico e ho un po' di paura. Se passa un orso? un ghiottone? un alce? Per ora sono passati solo esseri umani che andavano al fiume, un'anatra che è scappata appena mi ha visto e un lemming.
È uscito anche un bel sole, così sono andato anche io al fiume: dopo le cascate c'è una spiaggetta di sassi. Mi sono lavato e riposato. 

mercoledì 30 luglio 2014

Kebnekaise Fjällstation - Singi


30 luglio

Dormire in quella tenda era come dormire all'aperto. Che freddo! Ha compensato l'abbondante colazione che abbiamo fatto al ristorante: jogurt, marmellata, cereali, formaggio, salame, latte, uova sode, nicciole e mandorle sgusciate, pane e uva, succo di frutta).

Dopo aver preparato lo zaino ho saluato Joshua e ho aspettato a partire che il mio iphone si fosse caricato al 100%: le 10:30. In una giornata trascorsa alla Kebnekaise Fjällstation, il monte più alto della Svezia è stato perennemente coperto dalle nubi.

Ho ripercorso al contrario il percorso di ieri: questa volta veramente solo. Da una parte Joshua mi é mancato, dall'altra è stato bellissimo arrivare su un altopiano, guardarsi intorno e scoprire di essere l'unico a contemplare quel paesaggio!

Ancora una volta il tempo era brutto. All'inizio solo qualche goccia ma a 3 km da Singi ha cominciato a piovere bene. Sono arrivato alle 14:30 che pioveva ancora e così ho vissuto anche l'incredibile esperienza di dovere fare la tenda sotto l'acqua. 

Nel pomeriggio ha smesso di piovere e ha iniziato a tirare vento. Ho lavato tutto quello che c'era da lavare, compreso me stesso, al fiume. Per cena ho mangiato la mortadella che avevo portato da casa.

Da sabato ho già percorso circa 92 km, domani sicuramente raggiungo i miei primi 100 km sul Kungsleden. Ora faró tappe più brevi, sicuramente più fattibili sia per la possibilità di recupero fisico, sia perchè così i vestiti hanno più tempo per asciugare.

Adesso provo a dormire, non so che ore sono perchè l'iphone è spento: devo razionare la batteria. C'è vento e ad ogni raffica la tenda viene scossa da tutte le parti. Già prima un picchetto era saltato: speriamo bene!

martedì 29 luglio 2014

Sälka - Kebnekaise Fjällstation


29 luglio

Stanotte c'era vento e ha piovuto, non molto ma quel tanto che basta a dar fastidio. In tenda non faceva più freddo del solito. 

Ci siamo svegliati verso le 7:30 per partire appena pronti. Eravamo consapevoli di dover arrivare alla Stazione Turistica del Kebnekese perchè Joshua aveva le caviglie distrutre dal giorno prima e io avevo bisogno di ricaricare l'iphon, altrimenti niente più foto. Tappa doppia quindi anche oggi.

Siamo partiti con il cielo coperto e il vento, una spruzzatina di pioggia ogni tanto. Ormai abbiamo preso il ritmo: per i primi 6 km siamo andati avanti senza fermarci e poi ancora fino al nono chilometro, dove un'incrocio segnava Singi (3 km) sulla destra e il Kebnekese (14 km) diritto. Abbiamo lasciato il Kungsleden, che riprenderó domani tornando a Singi, per raggiungere il monte più alto della Svezia (2123 m). 

Il sentiero che avevamo preso si arrampicava in modo brusco fino ad arrivare ad un altopiano con due piccoli laghetti. Eravamo sono noi due e la pioggia ci ha tentuto compagnia. Ridiscendendo dall'altra parte eravamo circontati dalle ripide pareti dei monti Liddubákti e Skátrttoaivi sulla destra e del Sinničohakka sulla sinistra. Le cime dei monti sembravano fumanti per le nubi basse che e si muovevano veloci per il vento. Sia a destra che a sinistra un gran numero di cascate si gettavano a valle. Magnifico! Sembrava di essere nel paradiso terrestre. 

Abbiamo passato le ultime due ore sotto la pioggia, che trasformava ogni sentiero in fanghiglia, sommergeva le passerelle e i sassi, in modo da dover entrare nell'acqua per attraversare tutti i torrentelli. E la meta non arrivava mai. L'ultimo tratto è stato molto faticoso perchè il sentiero saliva su una roccia liscia e sivolosa per poi scendere bruscamente. Alla fine, stremati, siamo arrivati.

La stazione turistica del Kebnekese è un vero e proprio villaggio: c'è la reception con ristorante e negozio (e prese della corrente), l'edificio dei servizi (cucina, docce, sauna), il centro da cui partono le esursioni per la vetta, sistemazioni per la notte, un'antenna del telefono (la prima che trovo da Abisko)... 
Joshua e io per la notte abbiamo un posto nella grande tenda, sistemati su una brandina con materasso: che comodità!

Domani Joshua mi saluta: torna a casa. Le sue caviglie sono proprio conciate male. Mi ha regalato il suo fornellino, così nei prossimi giorni posso cucinarmi qualcosa di caldo. Pur non parlando molto (io conosco a malapena quattro parole di inglese) ci siamo affezionati, mi dispiace dover andare avanti da solo.

Domani le previsioni del tempo mettono ancora acqua.

Ore 22:00. In tenda comincia a fare freddo e la stufetta all'interno non funziona. Inoltre da qui è partito un elicottero che ha scoperchiato la tenda. Mah.

lunedì 28 luglio 2014

Alesjaure - Sälka


28 luglio

Anche oggi abbiamo raddoppiato la tappa: 25 km e siamo arrivati a Sälka.

Questa mattina ci siamo svegliati tardi. Il mio vicino di tenda era un italiano: il primo che trovo sul Kungsleden. Siamo partiti verso le 8:30. Il cielo non era sereno ma non sembrava promettere pioggia. 

La prima parte del percorso di oggi si è snodata lungo una vallata molto bella. Il sentiero era spesso interrotto da rivoli d'acqua che confluivano nel torrente alla nostra destra. Per la prima volta abbiamo visto la neve. Verso le 13 eravamo al rifugio Tjäktja. Per arrivarci abbiamo attraversato il fiume, che in quel punto scavava un canion e di riversava di sotto con innumerevoli cascate. Abbiamo pranzato. Ho assaggiato la crema di riso e bacon che avevo comprato ieri: molto buona!

Abbiamo proseguito e la strada è diventata un sentiero si pietre. Molto faticosa soprattutto la salita per arrivare a un edificio Sami: prima pietre e poi nella neve.


Dopo una più che meritata pausa siamo ripartiti e, appena il sentiero ha svoltato, si è aperta davanti agli occhi una mervigliosa vallata che ci ha fatto rimanere a bocca aperta.
Come ieri, anche oggi gli ultimo chilometri sono stati massacranti, un po' per il male alle spalle e ai piedi, un po' perchè tutte le persone che arrivavano al contrario ci dicevano un chilometraggio diverso...
Alla fine, verso le 18:00, siamo riusicito ad arrivare a Sälka. Abbiamo fatto la spesa (mi sono comprato un cioccolato da 300g che ho mangiato tutto) e siamo andati dall'altra parte del fiume a piantare la tenda.
Ho salutato una mega-vescica sotto un dito del piede sinistro, ma Joshua è più conciato di me. Fuori fa freddo, c'è vento e penso che fra poco si metta a piovere. Fa così freddo che non sono riuscito ad andare al fiume a lavarmi; nello zaino ci sono ancora le cose umide di ieri; ho l'iphone scarico e non posso ricaricarlo e, come se non bastasse, la mia tenda è in discesa, con un sasso che spunta in mezzo. Sono così stanco che va bene così. 

domenica 27 luglio 2014

Niahkájavri - Alesjaure


27 luglio

La giornata è iniziata molto presto: mi sono svegliato alle 6:30 e Joshua stava già smontando la tenda. Contro tutte le previsioni del tempo, il sole splendeva alto nel cielo e faceva caldo.  Preparati gli zaini, verso le 8, siamo partiti.

La prima parte del cammino di oggi, fino ad Abiskojaure (fino alle 10:00 circa), è stata bella e semplice. Abbiamo fatto parecchie soste per dissetarci e per far riposare le spalle. Velocemente siamo arrivati al lago Abrsko, abbiamo superato il ponte e siamo arrivati al rifugio di Abiskojaure. 
Lì abbiamo fatto un po' di spesa, abbiamo pranzato (Spuntì spalmato su gallette di riso) e ci siamo riposati sul prato. Secondo il mio programma, oggi sarei dovuto rimanere lì per la notte ma il mio compagno di viaggio non era della stessa idea: perchè non andare avanti fino al lago?

La seconda parte della tappa è stata molto più faticosa. Abbiamo lasciato il lago e il fiume e ci siamo inerpicati tra i monti per superare il passo tra il monte Giron e il monte Gardenvarri. Quelle che abbiamo attraversato sono veramente zone incontaminate: immersi in questi paesaggi fantastici sembra di essere molto piccoli. 
Arrivati al lago Miesák abbiamo deciso di proseguire perchè, diceva un cartello, da lì a 4 km c'era un motoscafo che ci avrebbe portati direttamente ad Alesjaure. Purtoppo ha iniziato a piovere: un temporale cattivo con grossi goccioloni ghiacciati, che nel giro di 5 minuti ci ha completamente bagnati da capo a piedi e ha reso i sentieri fiumi in piena. Prima una ragazza davanti a me è scivolata sui sassi bagnati, poi Joshua, nell'intento di prendere un po'acqua, è finito nel lago. Meno male che 4 km si fanno in fretta! Ci ha accolto una tenda Sami, in cui già trovavano rifugio due ragazze svedesi con i loro due cani, un'altro svedese che ci ha offerto un bicchierino di wisky per scaldarci, un olsndese che avevamo incontrato prima e due signore norvegesi. All'arrivo del motoscafo siamo stati portati dall'altra parte per la modica cifra di 300 sk (!!!).

Al rifugio di Alesjaure non aveva piovuto, meno male! Ma non ci siamo potuti accampare nei dintorni. Abbiamo dovuto attraversare il fiume e piantare la tenda a qualche centinaia di metri di distanza, insieme ad altri campeggiatori. Il posto è carino, peccato per gli sciami di zanzare che continuano a girarci intorno. Sembrano immuni all'Autan.

Oggi abbiamo percorso due tappe facendo più o meno 25 km. Sulla tabella di marcia sono avanti di un giorno. Forse abbiamo esagerato con i chilometri, infatti sono stanco morto. Domani confido in una tappa più breve: il prossimo rifugio (Tjäktja) si trova a 13 km da qui. 

sabato 26 luglio 2014

Abisko - Niahkájavri


26 luglio (2 parte)


Alle 14:30 il treno si è fermato ad Abisko e, insieme a Joshua, un ragazzo del Colorado, sono sceso. Il panorama era bellissimo! Peccato che non fosse la nostra fermata!  Infatti, per arrivare ad Abisko Turiststation (dove inizia il Kungsleden) mancavano ancora 2 km. Seguendo i cartelli abbiamo deciso di andare a piedi, accompagnati per un bel pezzo da uno svedese. 

Arrivati alla stazione turistica abbiamo comprato una cartina, abbiamo bevuto un po' d'acqua e abbiamo iniziato il Kungslen. Neanche il tempo di orientarmi, di campire dov'ero, che già ero in marcia. 

Il tratto che abbiamo percorso si snoda nel parco naturale di Abisko. La vegetazione è molto rigogliosa: betulle, muschi, piccoli arbusti... e un torrente scorre accanto al sentiero. 

Non è stato particolamente impagnativo anche perchè abbiamo fatto pochissimi chilometri in piano ma ho iniziato a prendere confidenza con il cammino: ho ricaricato la borraccia direttamente dal fiume (speriamo bene); ho camminato sulle passerelle di legno sopra la tundra; ho piantato la tenda nel bosco; ho fatto conscenza con le fameliche zanzare svedesi; ho iniziato a dire "Hej" al posto di "Hola" alle persone che incontravo; ho fatto un po' di bucato nel torrente; ho visto il primo lemming...
Sinceramente pensavo che facesse un po' più freddo, invece si sta bene in maglietta a maniche corte.

Dove ci siamo piazzati, oltre alle nostre, per il momento ci sono altre quattro tende. Mi aspetta la prima notte sul Sentiero del Re.



Artic Circle Train


26 luglio (1 parte)

Il ritardo del treno é stato di quasi 2 ore: sono partito alle 19:30. Qualcuno sulla mia carrozza percorrerà il Kungsleden partendo da Abisko come me, altri faranno qualche altra tappa. C'è anche un gruppo di ragazzi italiani che invece sta viaggiando con l'Interrail verso Capo Nord.

Usciti da Stoccolma, le città e i paesi hanno presto lasciato posto a prati, foreste e laghi, paesaggi resi ancora più suggestivi dall'eterno tramonto. In effetti la luce non è mai sparita del tutto durante la notte. La cosa da una parte ha un fascino incredibile, dall'altra rischia di crearmi problemi ai ritmi di sonno-veglia.

Alle 9:30 ho capito cosa voleva dire il capotreno quando, alle 7:30 mi ha svegliato dicendomi parole incomprensibili in svedere, tradotte poi in inglese "change the car but not the train": a Boden Central hanno sostituito la carrozza 16. Siamo scesi con tutti i nostri bagagli, siamo risaliti su un vagone identico nel binario vicino e siamo ripartiti.
Scelgo sempre il momento migliore per andare a prendere da mangiare nel ristorante: ieri sera ho deciso di cenare alle 22:30 quando c'era il cambio del personale di servizio (un'ora in fila in piedi ad aspettare!) e stamattina un attimo prima del cambio carrozza... proprio perchè stavano per chiudere, il caffè era gratis.

Alle 10:50 hanno annunciato che stavamo passando il Circolo Polare. Fuori dal finestrino ormai si vedono solo boschi e qualche casolare sperduto ogni tanto.

venerdì 25 luglio 2014

Stoccolma Skavsta - Stoccolma


25 luglio

Alla fine stanotte sono riuscito a dormire 3 ore. Alle 4:30 c'era già il sole e l'aeroporto era pieno di gente: sembrava giorno. Così mi sono attivato e mi sono preparato per aspettare il primo pullman per il centro città. È arrivato alle 7:50 e in un'ora e mezza (di sonno) mi ha portato alla Stazione Centrale di Stoccolma.

La giornata in giro per la città è stata, come da programma, molto faticosa: faceva caldo (alle 9:00 c'erano già 28 gradi) e non è stato facile prendere confidenza con i 17 kg di zaino sulle spalle. Tra una pausa nel parco e un pisolino sotto l'albero sono riuscito a vedere il cambio della guardia al Palazzo Reale e a girare un po' per Gamla Stan (la città vecchia), arrivando a Skeppsholmen. Bisognerebbe avere più tempo per visitare Stoccolma perchè merita davvero. Potrei farci un pensierino per fine agosto. 

Ora sono tornato in Centralstation per prendere il treno che mi porterà ancora più su, sopra il circolo polare artico, ad Abisko. Oggi ho patito il caldo, da domani inizierà il freddo.

Ore 17:20 
Il treno è in ritardo. Molto bene! Doveva partire alle 17:50 ma l'orario è stato spostato alle 18:30. Almeno ho capito chi sono quelli che devono fare il Kungsleden. Già dagli zaini si intuiva, ma ho avuto la conferma quando l'sms di avviso della SJ è stato letto e commentato contemporaneamente da tutti.

Nel primo giorno in Svezia mi hanno colpito due cose: la prima è che dai lavandini delle toilette pubbibliche esce solo acqua calda; la seconda è che qui la gente parla in svedese e io non ne capisco una parola. 

giovedì 24 luglio 2014

Milano - Stoccolma Skavsta


24 luglio

Giorno 1, ore 23:00

Posso dire che l'avventura è iniziata verso le 17:30, quando, dopo aver imbarcato lo zaino di 17 kg, sono rimasto in aeroporto da solo in attesa del volo delle 19:50. Era la prima volta che volavo senza nessuno che conoscessi con cui condividere le emozioni e l'entusiasmo della partenza: l'inizio di un viaggio; la prima volta così a nord; la paura di aver dimenticato qualcosa di essenziale per arrivare tranquillo al 30 agosto, la data del rientro...

Il volo è andato bene. Sono arrivato verso le 22:30, quando il sole era appena tramontato e illuminava ancora debolmente il paesaggio. Oltre al basso edificio del piccolo aeroporto, con la scritta "Welcome in Stoccolma Skavsta", ho visto solo prati e foreste. Sinceramente non so a quanti chilometri da Stoccolma mi trovi, ma ho già speso le prime 159,00 corone svedesi per il biglietto del bus fino a Stockholm City. Ci andró domani mattina.

Ora sono seduto a un tavolino del bar dell'aeroporto. Accanto lo zanio. C'è poca gente e fa caldo. Se anche non riuscissi ad addormentarmi, posso recuperare durante le 18 ore (!!!) di treno che domani pomeriggio e sabato mattina mi faranno arrivare ad Abisko, dove inizierà ufficialmente il Cammino del Re.

venerdì 18 luglio 2014

Finisterra - Milano


18 luglio

Oggi abbiamo recuperato abbondantemente i 10 giorni in cui non abbiamo utilizzato nessun mezzo di trasporto: prima le 2 ore e mezza di bus da Finisterra a Santiago, poi ancora i 40 minuti da Santiago all'aeroporto e per finire le 3 ore di aereo. Ci mancava solo la nave, ma abbiamo rischiato di finire comunque nell'oceano durante una manovra del pullman. Le nostre gambe, abituate a muoversi e a percorrere decine di chilometri, hanno sofferto parecchio. Ogni volta che ci si alzava dal sedile erano   dolori.

A Santiago, a mezzogiorno, abbiamo partecipato ancora una volta alla messa del pellegrino, che ha raccolto nella preghiera di lode tutto quello che abbiamo vissuto in questo pellegrinaggio. La celebrazione si è conclusa di nuovo con il rito del botafumero.

Anche questa esperienza si è conclusa, lasciando a tutti noi ricordi significativi.

Dalla Spagna è tutto. Si riprende giovedì quando ripartitó per il Kungsleden in Svezia. Ancora in cammino, questa volta da solo.

giovedì 17 luglio 2014

Muxia - Finisterra


17 luglio

Ore 5:00: suona la sveglia. Inizia l'ultimo giorno di cammino fino a Finisterre, la fine del mondo.
Sempre insieme a Santos, dopo le varie medicazioni ai piedi, siamo partiti. Era così buio che non si vedeva nemmeno il mare. Se ne sentiva solo il rumore e l'odore.

Usciti da Muxia siamo entrati nei boschi di eucalipto e abbiamo cominciato a salire e... sorpresa! Nuvole basse piene d'acqua e vento gelido. Almeno per un paio d'ore non abbiamo pensato ai dolori ai piedi. Per recuperare le energie perse per il freddo, alle 7:30 abbiamo mangiato le uova sode che avevamo preparato ieri.
Quando le nubi si sono alzate ha iniziato a piovere.


Il percorso di oggi era in mezzo al nulla: il primo bar era a 14 km dalla partenza. Dopo la metà abbiamo cominciato a incontrare i pellegrino che arrivavano in senso contrario: volti noti che avevamo lasciato ieri mattina al bivio di Hospital.

Siamo arrivati a Finisterre alle 12:30, ci hanno rilasciato la Finisterrana e, stanchi e stravolti, abbiamo atteso l'apertura dell'albergue.

Nel pomeriggio, a piedi, ma senza zaino, abbiamo raggiunto il faro (3,5 km): il punto più a ovest dell'Europa. Lo zip ha lasciato la sua vecchia tuta sull'ultima antenna e siamo scesi sugli scogli a contemplare il blu infinito dell'Oceano.

C'è un po' di malinconia perchè è già ora di tornare: domani cammineremo 50 m per raggiungere la fermata del bus che ci riporterà a Santiago.



mercoledì 16 luglio 2014

Olveiroa - Muxia


16 luglio

Ancora una levataccia questa mattina (5:00) per fare più chilometri possibili senza il sole. I chilometri da percorrere erano 32.

Quando siamo partiti ero così stanco che quasi mi addormentavo mentre camminavo. Verso le 6:30 abbiamo fatto colazione e in breve tempo abbiamo raggiunto Hospital, dove c'è il bivio che segna il percorso differente per Finisterra e per Muxia. Intanto si era fatto chiaro, anche se era scesa la nebbia. 

È rimasto nuvoloso fin verso le 11:00, così siamo riusciti a rimanere al fresco per più tempo, anche perchè ormai ad ogni passo si sentivano tutti i chilometri percorsi, soprattutto i 55 degli ultimi due giorni.

Alle 13:30, dopo essere passati da una spiaggia, siamo finalmente arrivati a Muxia, dove abbiamo preso posto in albergo. Arrivare all'Oceano a piedi dopo tanta fatica non ha prezzo. 
Era la festa della Madonna del Carmine, la patrona dei pescatori, e il botti che continuamente scoppiavano per aria sembravano festeggiare il nostro arrivo.

Nel pomeriggio siamo andati a ritirare l'attestato del nostro arrivo a Muxia (la Muxiana) e poi ci siamo recati alla Chiesa della Virgen de la barca, situata su uno scoglio direttamente sull'oceano. La vista da quel luogo è magnifica.

Per cena abbiamo cucinato pasta alla carbonara e ci siamo divertiti con gli altri compagni di cammino: Santos, Stanislao (simpaticissimo), una giapponese che non riusciva a cucinare le lasagne, un altro spagnolo... è incredibile come basti poco per creare dei legami e delle confidenze tra persone che non parlano nemmeno la stessa lingua!

martedì 15 luglio 2014

Negreira - Olveiroa


15 luglio

Questa mattina siamo partiti alle 5:30 insieme a Santos, ormai nostro inseparabile compagno di viaggio. Quasi nello stesso momento è partito anche l'olandese di 75 anni che dormiva di fianco a me: lungo la strada l'abbiamo incrociato ancora un po' di volte.

Subito dopo la partenza, al buio ci siamo persi: abbiamo mancato una freccia e abbiamo continuato a camminare sulla strada provinciale. Subito ci hanno preso il panico e il nervosismo: andare avanti o tornare indietro? Meno male che la carrettera un paio di chilometri più avanti si ricongiungeva al sentiero! Intanto peró abbiamo proseguito mezz'ora molto lentamente.

Il cielo fino alle 9:00 è stato coperto, rendendo più leggero il cammino, poi è uscito il sole e il caldo è diventato quasi insopportabile.
I paesaggi sono stati formidabili: dagli immensi campi di granoturco, ai paesi formati solo da fattorie, dai boschi di pini e di eucalipti alle numerose pale eoliche sugli altipiani. Ogni paesaggio ci invitava alla contemplazione e alleggeriva la fatica dei nostri passi. I chilometri sono stati tanti (33,4) e alla fine eravamo stanchi morti. Abbiamo proseguito per tanto tempo senza parlare e a pensare, uno davanti all'altro.

Ora siamo nell'albergue de peregrinos de Olveiroa, un ostello molto caratteristico in pietra con le finestre azzurre e alcuni orreos di contorno. Molto singolare anche il paese: gli unici altri edifici, oltre ai bar, sono le stalle con i tipici "profumi" e suoni e mosche dappertutto. 

Siamo in tanti, l'hospitalera sta trovando posti in ogni angolo per accogliere tutti. Intanto ci stiamo informando su quanti pellegrino domani fanno la nostra strada verso Muxia e quanti vanno direttamente a Finisterra, in modo da organizzare l'orario della sveglia di domani.

lunedì 14 luglio 2014

Santiago - Negreira


14 luglio

Ieri sera eravamo stanchi morti. Alle 21:00 siamo andati a letto e abbiamo dormito come sassi fino alla sveglia (5:30).

Quando siamo partiti questa mattina sembrava brutto tempo. Era ancora buio e la città di Santiago, immersa nella solitudine notturna e nella luce giallognola dei lampioni, era uno spettacolo molto suggestivo.
Siamo entrati quasi subito nei profumatissimi boschi di eucalipto, molto più fitti di quelli incontrati finora, 
Fino a Quintanas eravamo da soli, dopo abbiamo iniziato a incontrare pellegrini come noi diretti a Finisterra o che tornavano indietro verso Santiago. Dopo aver recitato le lodi si è unito a noi Santos, il companero di cama dello zio ad Arzúa.

Il percorso di oggi (21 km) è stato tranquillo. Ormai il corpo è allenato e non soffre più come i primi giorni. 
Degna di nota è stata la ripida salita di 2,6 km che da Aguapesada (58m) ci ha portati all'alto de Mar de Ovellas (272 m). Bellissimo il paesaggio del ponte sul rio Tambre a Ponte Maceira. Peccato che lo zio non l'abbia visto perchè ha lasciato gli occhiali da vista in albergue a Santiago. Per lui abbiamo fatto parecchie foto.



Sotto il sole siamo arrivati all'albergue della Xunta di Negreira alle 12:30. 

Adesso stiamo studiando la tappa di domani: lo zio è un po' preoccupato, soprattutto perchè è molto lunga e le previsioni del tempo dicono che ci sarà sole. Speriamo di farcela.

domenica 13 luglio 2014

Monte do Gozo - Santiago



13 luglio

Oggi siamo arrivati a Santiago.
Siamo partiti molto presto (alle 6:00) per percorrere i 5 km che ci separavano dalla cattedrale. Questo ci ha permesso di essere tra i primi ad arrivare quando ancora le strade e la piazza erano deserte. Alle 7:30 eravamo in plaza de Obradorio e alle 8:00 siamo subito entati a ricevere la Compostela. 

Abbiamo vissuto i momenti più intensi nella Cattedrale, prima quando siamo entrati praticamente da soli ad abbracciare l'Apostolo e a pregare sull'urna di Santiago e poi durante la messa con una folla immensa di pellegrini conclusa con il rito del Botafumero. Non si possono descrivere le emozioni, i sentimenti e i pensieri.

Siccome abbiamo fatto solo 5 km ci abbiamo deciso di metterci a dieta: solo due colazioni (churros e croissant), pranzo (uova, salsiccia, bacon e patatine fritte), merenda e aperitivo. Adesso cena e poi, forse, basta.

Questa sera siamo alloggiati presso il Seminarip Minor con tanti amici pellegrini che hanno condiviso con noi questa esperienza. 

Domani ripartiamo per Finisterra, ancora a piedi, ancora in cammino.

sabato 12 luglio 2014

Arzúa - Monte do Gozo

12 luglio

Ieri pomeriggio, dopo il riposo di due ore, mi sono svegliato con un occhio gonfio: inspiegabili incidenti del cammino.
Alla sera siamo andati a messa, dove abbiamo ricevuto la benedizione del pellegrino.


Quest'oggi invece la tappa è stata molto lunga: 35 km fino a Monte do Gozo. Siamo partiti alle sei. Il sentiero era illuminato dalla luce della luna fino a quando è spuntato il sole. Abbiamo percorso la prima parte, fino a O Pedrouzo, senza troppa fatica siamo arrivati a O Pedruozo (19 km). Il tempo era bello, abbiamo attraversato numerosi boschi di eucalipto profumati e abbiamo chiacchierato allegramente tra di noi. 
Gli ultimi16 chilometri invece non finivano più. Il sole è diventato troppo caldo e ci siamo completamente bruciati, dalla punta del naso ai polpacci. Si continava a salire e a scendere e, ad ogni chilometro, veniva fuori un dolore diverso alle gambe o alla schiena. 

Nonostante tutto alle 15.30 siamo arrivati all'Albergue di Monte di Gozo, abbiamo aspettato che l'albergatore tornasse dal pranzo e ci siamo siatementi nella nostra stanzetta insieme ad altre tre persone.

Le letture della messa di oggi ci hanno aiutato a rileggere la fatica e a rinnovare la nostra fiducia nella provvidenza del Signore.

Domani mattina arriveremo a Santiago!

venerdì 11 luglio 2014

Melide - Arzúa


11 luglio

Oggi abbiamo fatto una tappa breve: solo 14 km.
Ci siamo svegliati tardi, siamo andati a fare colazione in un bar di Melide (churros e cioccolata) e abbiamo visto l'encierro di Pamplona in tv e poi siamo partiti.

Ormai il cammino primitivo, che abbiamo percorso fino a ieri, si è unito a quello francese, che parte da Saint Jean Pied-de-Port... e si vede. Rispetto alla solitudine e all'immersione nella natura dei giorni scorsi, ora non passa chilometro senza incontrare almeno un altro pellegrino o un bar. Sul sentiero persino i tombini hanno incisa la conchiglia di Santiago.

Siamo partiti valutando bene le condizioni delle nostre gambe: ci siamo preoccupati per qualche dolore rimasto. Poi abbiamo incontrato una ragazza di Salerno, partita da Pamplona, che camminava a fatica: problemi alle caviglie e alle ginicchia e tentiniti dappertutto; un missionario senza una gamba che ha percorso il cammino in bici... abbiamo capito che i nostri dolori sono semplici fastidi e abbiamo continuato più risoluti di prima, pensando che, se non si sono arresi loro, a maggior ragione noi possiamo arrivare a Santiago senza fare troppe storie. 

giovedì 10 luglio 2014

San Roman de Retorta - Melide


10 luglio

Questa mattina ci siamo svegliati alle 5:50 e siamo partiti alle 6:15. Abbiamo percorso 30,5 km con il cielo limpidissimo. La tappa di oggi è stata più faticosa di quella di ieri: era un continuo sali-scendi. Abbiamo raggiunto un'altezza di 700 metri, percorrendo in costa una piccola montagna, accompagnati da un vento forte e freddo. Il paesaggio è stato molto più vario rispetto alla statale che abbiamo percorso ieri: paesini, fattorie, boschi di eucalipto e di roveri, pascoli e terreni coltivati. 

Verso la fine anche le forze hanno iniziato a diminuire: a tutti noi sono comparsi i dolori alla schiena e alle gambe che ci avevano risparmiato il primo giorno, ma anche questo fa parte del cammino. Con un po' di fatica siamo arrivati, abbiamo preso posto all'Ostello della Giunta, dove stavano facendo delle interviste per un'emittente televisiva. Ci siamo lavati e abbiamo fatto il bucato (con la lavatrice). Abbiamo nelle gambe 50 km, percorsi in due giorni. Ne mancano 50 e arriveremo a Santiago. 


Questa sera non poteva mancare una capatina alla pulperia Ezequiel dove abbiamo mangiato il pulpo alla Gallega innaffiato di ottimo vino bianco.

mercoledì 9 luglio 2014

Lugo - San Roman de Retorta

9 luglio 2014

Ieri sera alle 23:01 il papà era già nervoso perchè alla banchina dei pullman non c'era ancora il nostro, che doveva partire alle 23:59. Continuava ad andare avanti e indietro senza capacitarsi del fatto che su nessuno dei bus presenti ci fosse il numero 12 e ogni volta che passava diceva: "Luca, prova a chiedere!" "Sicuramente è uno di questi!" "Come mai non arriva?". Si è tranquillizzato solo quando alle 23:40 il nostro autobus Arriba Esfera ha preso posto alla banchina 3: subito ha preso gli zaini e si è messo davanti alla porta fino al momento dell'imbarco.

È stato un viaggio molto impegnativo di cui i ricordi sono molto confusi. Il papà ha sfondato il sedile; alla fermata delle 00:30 l'autista ci ha chiamato giù dal pullman a controllare che nessuno ci rubasse i bagagli; alle 03:00, mentre eravamo al bancone di una specie di autogrill per la colazione, una commessa ha sgridato lo zio Riccardo; l'autista faceva le rotonde a 100km/h... nonostante tutto alle 07:00 siamo arrivati a Lugo, più stanchi di quando siamo partiti e con tutte le articolazioni doloranti.

E il cammino è cominciato. 20 km lungo la strada asfaltata, da Lugo a san Roman. Ci hanno accompagnato i paesaggi della Galizia con i loro colori, profumi e odori; il clima che cambiava continuamente (vento, sole, nuvole, freddo, caldo) e alcuni pellegrini che abbiamo imparato a conoscere di vista.
Alle 12:30 siamo arrivati all'Albergue della Xunta in mezzo ad un bosco. Doccia, bucato, pranzo in paese e pisolino per recuperare le forze. Nell'ostello da 12 per ora siamo in 6: un tedesco, una coppia di spagnoli e noi tre.

martedì 8 luglio 2014

Orio al Serio - Madrid


08 luglio

Ricomincio da qui. Ancora una volta verso Santiago. Questa volta con mio papà e lo zio Riccardo. Ci attendono 100 km a piedi fino alla Cattedrale e altri 100 per Finisterre.

Alle 06:30 siamo arrivati in aeroporto e abbiamo iniziato a prepare i bagagli per l'imbarco. Il bagnoshiuma dello zio era già esploso con danni irreparabili agli indumenti. Un'ora a pesare, misurare, svuotare e riempire zaini. Non riuscivamo a trovare la combinazione giusta. Alle 07:00 lo zio, preso dallo sconforto, prende una ciabatta e se la infila in tasca... delirio! Conclusi i preparativi siamo partiti alla volta di Madrid.

Quando siamo arrivati abbiamo iniziato a girare la città "ad casum": abbiamo visto lo stadio Barnabeu, Plaza de Castilla, Plaza de Espana, il Palazzo Reale e la Cattedrale de la Almudena. Ci siamo seduti poi in una piazzetta caretteristica a sorseggiare una caraffa di sangria con un artista di strada che ci allietava con la sua chitarra. Quando ci siamo alzati... ci siamo sdraiati a riposare ai giardinetti davanti al Prado. Non vediamo l'ora di iniziare domani mattina il pellegrinaggio verso Santiago. È più stancante girare per la città con gli zaini, sotto il sole, senza sapere cosa fare: uno stacco dalla vita quotidiana e un tempo per prendere le misure tra di noi prima di iniziare a camminare.

Alle 20.00 siamo stati a messa in Cattedrale, abbiamo preso la metro e siamo tornati in aeroporto a prepararci per la lunga notte di pullaman fino a Lugo. Abbiamo cenato, ci siamo lavati nei bagni dell'aeroporto, abbiamo visto i primi 5 goal della Germania e ora attendiamo le 23.59, l'ora in cui partirà il nostro autobus.