Ad un tratto mi sono svegliato, ho messo fuori la testa dal sacco a pelo e mi sono accorto che la tenda era piena d’acqua, mentre il vento la deformava a piacimento. Ho tentato di mettere in salvo tutto quello che avevo, sono rimasto nella tenda in dormiveglia fino ad un orario decente, poi mi sono preparato e mi sono messo in cammino verso Kópasker (13 km). Aveva smesso di piovere ma il vento era fortissimo (dicono raffiche da 70 km/h) ed era contrario alla mia direzione di marcia. Io ero completamente inzuppato d’acqua, faceva freddo.
Uscendo dalla tenda ho visto che ormai era inutilizzabile. A malincuore ma con decisione ho fatto la scelta di lasciarla lì, montata sul ciglio della strada 85. Ormai l’avventura a piedi per l’Islanda era definitivamente conclusa. L’importante era arrivare il più in fretta possibile in un posto caldo e asciutto. Mi sono messo a camminare. Erano le 7.30.
Quando ho visto passare un’auto che andava nella mia stessa direzione mi sono sbracciato finché non si é fermata. La gentilissima famiglia islandese (erano già in quattro in macchina) mi ha accompagnato fino all’incrocio con la Sléttuvegur (870). Mentre scendevo dall’auto leggevo sul tabellone di fianco alla strada: 3 gradi. Gli ultimi 4 km dovevo farli a piedi. Ancora una volta ho avuto fortuna: un’infermiera dell’Health Clinic di Kópasker mi ha caricato in auto e mi ha portato fino all’Ostello. Finalmente!
Sono entrato e tutti erano nelle proprie camere. Nella sala comune non c’era nessuno. Mi sono messo accanto al calorifero per scaldarmi e per asciugarmi... in attesa di qualcuno.
Alle 11.00 avevo una camera e tutto quello che ho portato nello zaino era sparso sul pavimento ad asciugare.
Staró qui 2 giorni, poi scenderó verso Ásbyrgi (dovrei arrivare lunedì) e da lì mi faró portare ad Akureyri. Senza tenda ho i movimenti limitati, ogni giorno devo raggiungere un ostello o un albergo. Come proseguirà quest’avventura?
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