Alle 16.22 abbiamo lasciato il Camp Ice Cap, con le slitte cariche di materiale. Dal ghiaccio siamo passati alla terra ferma, siamo scesi dall'altra parte della morena e abbiamo raggiuto il Point 660, dove ad attenderci c'era il pullman per ritornare a Kangerlussuaq. Ho impiegato parecchio tempo per convincere la guida a lasciarmi
tornare a piedi ma e, alla fine, mi ha fatto le sue ultime raccomandazioni ed è salito sul pullman. Così ho iniziato a camminare, ancora con la giacca, il cappello e i guanti perchè il vento scendeva freddo dalla Calotta Polare. Dopo qualche metro mi ha superato il pullman suonando il clacson per salutarmi. Tutti mi salutavano! Ci saremmo rivisti il giorno dopo in città.
La via che ho percorso è uno sterrato ed è la strada più lunga della Groenlandia: ben 40km. Era impossibile sbagliarsi visto che non c'era nessun bivio.
Man mano che mi allontanavo dalla Calotta Polare il clima diventava più mite. La vista era rapita dai ghiacciai (in modo particolare il Russell Glacier), dalle renne e dai laghi. Il sole basso colorava in modo particolare tutto il paesaggio.
Mi sono fermato sul lembo di terra prima del lago Aajuitsup Tasia, luogo di pesca e di caccia, come dimostrano le barche, le trappole e i pezzi di renne e di buoi muschiati sparsi per la spaggia. Mentre ispezionavo la zona sono arrivati Jan e Till, che hanno iniziato a montare la tenda. Subito dopo, da un autobus, è scesa un'allegra comitiva di Inuit, attrezzati per dormire lì la notte. Anche io mi sono sistemato, ho cenato e mi sono infilato al caldo nel sacco a pelo.
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