In questo giorno di passaggio tra l'essere "hiker" e l'essere "turista" vorrei sintetizzare alcuni punti dell'esperienza del Kungsleden.
Non ero mai stato così a Nord, dove anche i ritmi di luce e tenebre ricordano che ci si trova in luoghi "diversi".
2. INTO THE WILD.
3. NIENTE COMODITÀ E SERVIZI.
Per la maggior parte dei giorni gli unici comfort sono stati la tenda, qualche snack per i pasti ed indumenti caldi e asciutti per la notte. Se andava bene potevo lavarmi nell'acqua gelata del fiume o del lago, se andava male neanche quello; più volte ho dovuto scegliere se indossare i vestiti umidi (fradici) o quelli sporchi; soprattutto quando pioveva, i servizi igienici, piuttosto elementari ma al coperto, erano una grande benedizione.
4. NIENTE CORRENTE ELETTRICA, NIENTE RETE MOBILE, NIENTE INTERNET.
Nonostante la fatica dei primi giorni, queste mancanze hanno reso la mia vita più essenziale ma non per questo meno interessante.
5. SVENSKA TURISTFÖRENINGEN.
Sul Kungsleden ci sono rifugi organizzati, semplici ripari, simpatia, generosità e accoglienza. Grazie a chi per passione o per impiego, con competenza, rende accessibile l'inaccessibile in modo così straordinario.
6. INCONTRI.
Sul Cammino di Santiago me lo aspettavo, qui no. Eppure anche sul Kungsleden l'incontro con l'altro non è mai solo uno sfiorarsi ma diventa in fretta familiaritá, caldo abbraccio e condivisione. Così è stato con Joshua, Chris, Saskia, Marcello, la coppia di tedeschi, il ragazzo olandese, il padre e il figlio svedesi, la famiglia tedesca...
7. CAMMINARE (e REMARE).
"The best way to kmow a place is to walk it." (S. Szapsi)
"Camminare è la migliore medicina dell'uomo." (Ippocrate)
Sono sempre più convinto che camminare sia il modo migliore di viaggiare. È bello perchè si conoscono luoghi e culture nuove; è utile per conoscere se stessi in modo profondo; è nuovo perchè siamo così abituati a correre che non sappiamo più nemmeno cosa significhi andare a passo d'uomo. Provare per credere!
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