Quella di oggi è stata una giornata di ambientamento sulla vuelta del Cammino portoghese. Ho imparato a seguire le frecce gialle al contrario; ho scoperto con sollievo che le frecce azzurre, che indicano la direzione per Fatima, sono già presenti; ho preso confidenza con le mappe che ho comprato; ho chiesto alla gente del posto; ho tentato di identificare le orme dei pellegrini sui sentieri; mi sono perso... e all'arrivo a Padrón (23,9km) non c'è stato alcun problema per la registrazione nell'albergue.
Il cammino è, per forza di cose, solitario: ho incrociato numerosi pellegrini che andavano verso Santiago ma nessuno che si sta dirigendo verso il Portogallo.
È strano ricominciate a camminare dopo due giorni a Santiago. Da un lato ritrovarsi sulla strada è stato come ritornare alla normalità: bastone, zaino, mettere un passo dopo l'altro, boschi, strade, paesini, pensieri, preghiere... Dall'altro lato la meta, che ho perseguito per più di un mese, è già stata raggiunta. Certo, idealmemte mi sono proposto di raggiungere Fatima (così c'è scritto sulla mia nuova credenziale) ma so di non poterci arrivare per mancanza di tempo. Quello che sto facendo si avvicina molto a quello che provano gli spettatori della crocifissione di Gesù secondo san Luca, dopo aver assistito al più alto momento di rivelazione di Dio: "Visto ció che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: - Veramente quest'uomo era giusto -. Così pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, se ne tornava battendosi il petto." (Lc 23,47-48)
La giornata è stata caldissima, sotto il sole. Ho fatto fatica a uscire da Santiago. L'inizio, o meglio, la fine del Cammino portoghese non era segnata. Ho percorso Rua do Franco, accompagnato da un ubriaco; ho costeggiato il parco sulla sinistra; ho continuato in Avienda de Rosalia de Castro, dove ho fatto colazione; ho seguito la direzione Vigo-Pontevedra fino all'ospedala, dove ho trovato le prime indicazioni.
Il paese in cui mi trovo ora è particolarmente legato alla tradizione Jacobea. C'è un detto che recita: "Quien va a Santiago, é non va al Padrón, ò faz Romerìa, o non." Si narra che proprio qui, infatti, la nave senza timone, che trasportava il corpo di Santiago, giunse da Giaffa in Galizia risalendo il Río Sar. Inoltre, dietro al paese, si trova Santiaguino do Monte, un ermita che ricorda il luogo in cui l'Apostolo, da vivo, aveva predicato.
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