4 agosto
Nella prima parte ho percorso la statale N-VI, sull'asfalto, lungo la valle che porta al Cebreiro. Il cielo era sereno ma si gelava. C'era vento e ora che il sole è spuntato da dietro le montagne erano già le 9.30. Il paesaggio comprendeva i fianchi aspri dei monti, i piloni dei viadotti, le aree di sosta e i paesini piccoli e fuori dal mondo. Piano piano il panorama si è ammorbidito e mi sono trovato in villaggi di montagna carini e ben curati.
La seconda parte è stata la scalata del Cebreiro lungo un sentiero ripido immerso nel verde. La salita è stata impegnativa ma per la mia gamba sono state più difficili le piccole discese, che ho incontrato. Il sole era alto e faceva caldo. La visuale che si apriva sulle vallate e sui monti dolci e alberati era mozzafiato.
A pochi chilometri da O Cebreiro sono iniziati i cippi, che per 152,5 chilometri, ogni 500 metri, indicano al pellegrino quanto manca a Santiago. Di li a poco un altro cippo segnava il mio ingresso in Galizia.
Non ha prezzo arrivare, arrancando e sudando, a La Faba (19km) ed essere accolto da persone che mi chiamavano per nome: "Luca, que tal?" e arrivare a destinazione tra gli applausi dei miei amici. Ha fatto ancora più piacere dopo aver incontrato, lungo il cammino e alla meta, un sacco di gente che aveva poco del pellegrino.
Sto diventando insofferente verso tutti quelli che camminano senza zaino, che sono in gruppi numerosi, che arrivano alla meta in pullman o non hanno fatto tutti i chilometri che ho fatto io... e sono sempre di più. Negli albergue di solito c'è un cartello con scritto "El turista pretende, el peregrino agradece". Un vero pellegrino è paziente, non giudica e non pretende nemmeno di avere un posto nel rifugio. Anche oggi mi è andata bene ma penso che questa sia una lezione che devo ancora imparare.
Il paese in cima al Cebreiro, a 1300 metri di altezza, è costuito in pietra. La Chiesa di Santa Maria, dell'XI secolo, è molto intima. Sono stato a pregare e a messa. Sulla tomba di don Elia Valina, promotore della rinascita moderna del Cammino di Santiago, ho reso grazie per tutte quelle persone, che con la loro opera e la loro generosità, nel tempo, hanno reso possibile questo mio pellegrinaggio.
Questa sera ho cenato con gli amici spagnoli. Domani li lascio. La mia tendinite chiede più cura e meno chilometri.
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