Stanotte c'era vento e ha piovuto, non molto ma quel tanto che basta a dar fastidio. In tenda non faceva più freddo del solito.
Ci siamo svegliati verso le 7:30 per partire appena pronti. Eravamo consapevoli di dover arrivare alla Stazione Turistica del Kebnekese perchè Joshua aveva le caviglie distrutre dal giorno prima e io avevo bisogno di ricaricare l'iphon, altrimenti niente più foto. Tappa doppia quindi anche oggi.
Siamo partiti con il cielo coperto e il vento, una spruzzatina di pioggia ogni tanto. Ormai abbiamo preso il ritmo: per i primi 6 km siamo andati avanti senza fermarci e poi ancora fino al nono chilometro, dove un'incrocio segnava Singi (3 km) sulla destra e il Kebnekese (14 km) diritto. Abbiamo lasciato il Kungsleden, che riprenderó domani tornando a Singi, per raggiungere il monte più alto della Svezia (2123 m).
Il sentiero che avevamo preso si arrampicava in modo brusco fino ad arrivare ad un altopiano con due piccoli laghetti. Eravamo sono noi due e la pioggia ci ha tentuto compagnia. Ridiscendendo dall'altra parte eravamo circontati dalle ripide pareti dei monti Liddubákti e Skátrttoaivi sulla destra e del Sinničohakka sulla sinistra. Le cime dei monti sembravano fumanti per le nubi basse che e si muovevano veloci per il vento. Sia a destra che a sinistra un gran numero di cascate si gettavano a valle. Magnifico! Sembrava di essere nel paradiso terrestre.
Abbiamo passato le ultime due ore sotto la pioggia, che trasformava ogni sentiero in fanghiglia, sommergeva le passerelle e i sassi, in modo da dover entrare nell'acqua per attraversare tutti i torrentelli. E la meta non arrivava mai. L'ultimo tratto è stato molto faticoso perchè il sentiero saliva su una roccia liscia e sivolosa per poi scendere bruscamente. Alla fine, stremati, siamo arrivati.
La stazione turistica del Kebnekese è un vero e proprio villaggio: c'è la reception con ristorante e negozio (e prese della corrente), l'edificio dei servizi (cucina, docce, sauna), il centro da cui partono le esursioni per la vetta, sistemazioni per la notte, un'antenna del telefono (la prima che trovo da Abisko)...
Joshua e io per la notte abbiamo un posto nella grande tenda, sistemati su una brandina con materasso: che comodità!
Domani Joshua mi saluta: torna a casa. Le sue caviglie sono proprio conciate male. Mi ha regalato il suo fornellino, così nei prossimi giorni posso cucinarmi qualcosa di caldo. Pur non parlando molto (io conosco a malapena quattro parole di inglese) ci siamo affezionati, mi dispiace dover andare avanti da solo.
Domani le previsioni del tempo mettono ancora acqua.
Ore 22:00. In tenda comincia a fare freddo e la stufetta all'interno non funziona. Inoltre da qui è partito un elicottero che ha scoperchiato la tenda. Mah.
Nessun commento:
Posta un commento