Sono partito alle 6.15 sapendo che fino alle 10.00 non avrei incontrato nulla e così è stato. Il paesaggio era tutto uguale e monotono, difficile da reggere. Per fortuna il cielo era coperto. Dopo aver gustato la durezza della solitudine per i primi 7/8 chilometri, la strada mi ha portato ad accostarmi ad altri pellegrini per parlare e far passare il tempo e i chilometri. Sono state ore di confidenze insaspettate.
Quando ormai non ci speravamo più, è apparso il paesino Calzada de la Cueza e siamo arrivati. Ci siamo fermati al bar e poi sono ripartito per gli ultimi 9km. Quest'ultimo tratto era sotto il sole di mezzogiorno: ormai le nuvole avevano lasciato il posto al cielo sereno. In un paio d'ore ho raggiunto Lèdigos e subito dopo Terradillos de los Templarios.
Anche questo è un paesino piccolo e i due albergue soni privati. Ho scelto di alloggiare all'Albergue Jacques de Molay.
Questi sono giorni che mettono alla prova, sia fisicamente ma soprattutto mentalmente. Mi stanno insegnando ad avere pazienza; a non aver paura della fatica; a non aver paura del tempo che occorre per arrivare alla meta, anche quando sembra non passare mai; a stare con me stesso; a vedere gli altri come fratelli, che pur nella diversità sono più simili a me di quanto pensassi...
ore 22.30
Questa sera al ristorante ho mangiato con Nicoletta, Luciana, due signore olandesi e una ragazza americana. Dopo cena siamo andati a trovare gli altri.
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