Quando sono partito era buio. Avevo un po' di paura nel lasciare il caldo paesino illuminato per inoltrarmi nelle nere e fredde mesetas.
Mi sono perso quasi subito insieme a un signore spagnolo. Al bivio non abbiamo visto nessuna freccia gialla, ci siamo consultati e abbiamo deciso di andare a destra. Direzione errata! Ci si sente davvero smarriti quando non si trovano frecce gialle ad indicare la strada. Anche ragionando e facendo supposizioni si ha il 50% delle probabilità di imboccare il sentiero sbagliato perchè non è una questione di logica ma di fiducia, come è per le cose più importanti della vita. E tante volte, come è capitato questa mattina, per riprendere con decisione il cammino, basta che qualcuno veda quello che tu non hai visto e ti indichi dove andare.
Per i primi 2,5 chilometri il temporale ci ha girato intorno: si vedevano lampi, si sentivano tuoni, le nubi si oscuravano sempre più vicine... finchè a Moratinos ha iniziato a piovere. Tutta la prima parte della tappa, fino a Saghùn (13km) è stata sotto l'acqua. Faceva freddo.
Dopo la calda colazione sono ripartito per El Burgo Ranero. Aveva smesso di piovere e c'era un vento freddo. Con lo zaino non è facile camminare dritti con il vento che spinge da una parte e dall'altra.
Merita un ricordo particolare chi ha pensato di piantare un albero ogni 10 metri per 18 km (da Sahgùn a El Burgo Ranero) sul lato sinistro del sentiero per fare ombra al pellegrino affaticato. Peccato che il sole è a destra e gli alberi fanno ombra ai campi.
A Bercianos del Real Camino (24km) il sole cominciava a fare capolino tra le nubi e, quando appariva, si sentiva, nonostante il vento.
Durante gli ultimi 8 chilometri sono stato impegnato nel sorpasso del gruppo di 50 scout. Sono chiassosi, urlano, cantano, fanno i bans, occupano tutta la strada, stanno sempre tra di loro senza nemmeno salutare...
Arrivato alle 13.30 a El Burgo Ranero (31km) mi sono diretto subito all'Albergue municipal e ho preso posto per il meritato riposo. È un piccolo rifugio molto accogliente, costruito con la tecnica pisè (le mura sono fatte con un composto di argilla, sassi e paglia), come gli edifici di tutti questi paesini rurali.
Ormai mi sto avvicinando a León: dovrei arrivarci domani o lunedì. Mentre camminavo pensavo a come portare avanti il mio pellegrinaggio. Le ipotesi sono tante: potrei fermarmi a León un paio di giorni, una settimana nel monastero di Rabanal del Camino e arrivare con comodo a Santiago; potrei invece arrivare a Santiago e proseguire sino a Finisterre; oppure scendere in Portogallo e tentare di raggiungere Fatima (altri 400 km). Ognuna di queste possibilità risponde ad alcuni desideri e ne disattende altri. Ho ancora almeno un giorno per pensarci.
ore 20.00 Tentativi di comunicazione in inglese con una francese.
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